Prof.ssa Francesca Sindoni.
Componente Esperto Alla Regione per la prevenzione e cura della violenza di genere.
Coordinatrice Distrettuale Referente Gruppo Nazionale “Carta dei diritti della bambina”.
Quando lessi per la prima volta “La nuova carta dei diritti della bambina”, rimasi per qualche minuto in silenzio, quel silenzio che vuol dire assenza di parole che possano comporre un pensiero ordinato. Era ovvia, anzi retorica pura. L’accantonai per qualche giorno e quando poi la rilessi, visto il compito che mi era stato assegnato, cercai di trovare un contatto, la esaminai con maggiore attenzione: ovvia non era affatto! Educare alla parità e al contrasto alla violenza, la vera prevenzione, abbattendo tutti gli stereotipi; praticamente “smontare una cultura maschilista radicata e condivisa e ricostruirne un’altra basata sul rispetto (etimologicamente, guardare indietro con rispetto o per dirla come volgo insegna, guardarsi le spalle): una vera rivoluzione!
In trent’anni mi era successo d’imbattermi in situazioni di tutti i generi: ciascun articolo potevo ricondurlo a molte delle bambine conosciute, solo dovevo focalizzare. All’inizio mi sono attenuta alle linee guida, poi sapevo che avrei avuto a disposizione il confronto con tante donne e così, ascoltando, dialogando, è maturato un percorso virtuale; la Sicilia è grande e incontrarsi è un problema reale. Messina si muove immediatamente: è la prima città ad acquisire la Carta, le Referenti e le Presidenti si sono rivelate tempestive! La nostra Presidente distrettuale sempre disponibile al dialogo, così il direttivo, dunque nessun ostacolo tecnico. Allora andai e viaggiando ho capito che sarei dovuta arrivare ovunque, incontrare quante più socie dell’associazione “Fidapa” di persona, e la squadra, gradualmente, è divenuta reale.
Le Referenti e le Presidenti si sono mosse con una determinazione che ha reso la Carta non un semplice articolato, bensì la rivendicazione di diritti violati quotidianamente, dappertutto, in ogni parte del mondo. E gli uomini, rappresentanti delle Istituzioni, sono stati costretti ad ascoltarci, perché non è “una questione femminile” ma si tratta dell’art. 5 dell’Agenda 2030: la sopravvivenza stessa dell’umanità! Mi ricordo le telefonate infinite di guerriere affrante o stanche di anticamere e appuntamenti disattesi, decise tuttavia a non mollare. Comune dopo Comune, delibera dopo delibera, si è creato, così, un tam tam senza precedenti: cominciavano a registrarsi numeri interessanti, settanta, ottanta, centoventi, centosettanta…cinquecento, ma veramente? Sì! Siamo riuscite in qualcosa di grandioso! Adesso sono proprio i Palazzi Municipali a interessarsi della Carta e chiederne l’acquisizione. Da un anno non ho esitato a bussare, telefonare, insistere, presso deputati e senatori, di destra e di sinistra, tutti compatti, nessuna opposizione, e per sincronia, quella che si stabilisce fra donne non in competizione ma in sinergia, ciascuna faceva lo stesso, magari durante una candle night; ed eccoci ad oggi: il nostro Governatore è stato straordinario, è andato oltre gli inviti dei parlamentari, ha reso esecutivo il Decreto e lo ha diramato in tutte le scuole perché “La nuova Carta dei diritti della bambina” sia inserita nei programmi curriculari. Ora cari lettori e care amiche, abbiamo segnato il passo: il primo!
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