Dalla discendenza di Adamo ed Eva, abitanti di due mondi, alle simboliche lotte di Giacobbe fino all’universo onirico di Giuseppe. E non solo, dal cataclisma del diluvio alle piaghe d’Egitto, alla simbolicità dei numeri fino alla testa mozzata di Golia. E poi, le donne della narrazione biblica, madri di tutti gli stereotipi moderni, Susanna, la donna che denuncia, Giuditta la vendicatrice ed Ester salvatrice delle folle.  Sfogliare il grande libro della Bibbia non è un’operazione anacronistica, urlano voci, matrici e archetipi vibranti in noi.

Il Dio dei nostri padri” è una bella impresa: far cronaca di un testo sacro, mostrare il significato, la ricchezza e il fascino di certe storie antiche, tra l’esistente e il leggendario, che tutti conoscono ma su cui nessuno ormai riflette. Ritornare alla lettera, al fatto nudo, crudo e feroce, vuol dire custodire l’eredità dei nostri padri, che intuivano, senza logica, la profondità del verbo. Ed è davvero in profondità che Cazzullo intende scendere: nell’abisso dei tempi ormai trascorsi, verso valori arcaici, forse oggi disconosciuti, ma che con forza hanno agito in quel tempo storico, creando per noi radici. La parola del giornalista si attiene agli accadimenti, ma qui si ammanta di narrazione, vuole illuminare, certo, ma anche mostrare i collegamenti tra eventi, direzionare, suggestionare, muovere emozioni. Raccontare dei tempi in cui si agiva osservati, costantemente coscienti di avere un occhio puntato, quello di Dio. Oggi, mi viene da pensare, viviamo sotto gli occhi degli altri, e di altro, quel grande fratello che oscilla tra Stato, social,  visibilità agognata toglie la moralità piuttosto che esigerla. É un occhio indistinto che desideriamo addosso per esistere, e di cui poi ci scordiamo con facilità per ritrovare una libertà apparente, ma confortevole. Ieri, no. L’sistenza era forse stretta e direzionata da un Dio imponente che non lasciava soli gli uomini, e nemmeno liberi. Non è una somma di situazioni più o meno forti, più o meno vere: sono moventi e drammi psicologici,  avvertimenti magici e profezie, è la descrizione di un mondo ormai perduto, nel suo spirito, che però ne ha sostanziato un altro, il nostro, apparentemente più cinico e meno spirituale, ma comunque generato da quella natura perduta, da quell’Eden di meraviglie e paradossi che ancora oggi, costretti ad una logica ferrea, stentiamo  a comprendere. Un libro prima del libro,  che li contiene tutti. 

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