Il nostro viaggio verso l’occulto inizia con un mercante di libri rari che nel 1912 acquista trenta volumi di valore dalla biblioteca del Collegio dei Gesuiti di Frascati. Si tratta del britannico Voynih da cui prenderà il nome il famoso manoscritto di cui, tra gli altri, entrerà in possesso; questo, però, di dubbia datazione. Solo in tempi recenti infatti le tecnologie scientifiche al radiocarbonio avrebbero consentito di collocarlo temporalmente in epoca medievale, tra il 1404 e il 1438. Strano a dirsi, poiché tra le illustrazioni del testo figura anche un girasole, fiore in realtà importato dalle Americhe, non ancora “scoperte” dagli Europei. Questo tuttavia è solo uno dei piccoli, grandi enigmi del manoscritto, conosciuto come “il libro più misterioso del mondo”. All’interno del volume, Voynih trova una lettera del 1665, scritta da Marci, rettore dell’Università di Praga   e indirizzata a uno studioso che avrebbe dovuto decifrare lo scritto, il cui contenuto resta però, ad oggi, misterioso. Il rettore dichiarandosi fraterno amico di Rodolfo II di Boemia affermava nella missiva di aver ereditato il testo dall’alchimista Barech, e che il precedente proprietario del volume lo aveva acquistato per una cifra decisamente alta, ossia 600 ducati, credendo si trattasse di un’opera di Ruggero Bacone. Misteri, inganni e fraintendimenti si intrecciano dunque in maniera indistricabile nella storia del manoscritto più conosciuto e meno compreso dell’umanità. Le illustrazioni botaniche e naturalistiche fanno pensare a un testo di arte medica e alchimia, corredato di descrizioni astrologiche, ma l’idioma del manoscritto resta il primo vero mistero, poiché non si riferisce ad alcun sistema linguistico noto, e le raffigurazioni di piante ed erbe mediche non sono semplici da identificare con rimedi e flora al tempo attuale conosciuti. Sono state avanzate alcune ipotesi per svelare i tanti enigmi del testo, da una parte la vaga somiglianza con alcune piante illustrate farebbe pensare a un’incapacità d’esecuzione artistica, altri storici tendono a spiegare la difficoltà con l’alta simbolicità delle illustrazioni riportate, non relative dunque tanto al piano fenomenico quanto a quello allegorico. Ogni libro lo sappiamo è scrigno di piccoli e grandi misteri, infatti anche quando comunica con chiarezza un messaggio, parla oltre i termini che leggiamo. Ancor più misteriosi ci sembrano i testi antichi, provenienti da luoghi altri, ed epoche remote. Eppure questo somma al mistero del classico libro antico un mistero in più: lo sforzo di comunicazione impresso tra le sue pagine è caduto a vuoto, la sua indecifrabilità, lo pone ai nostri occhi avidi di risposte in una dimensione alta, di necessaria verità imprendibile, così il libro “più misterioso del mondo” diventa nella nostra immaginazione il libro che contiene “tutte le risposte possibili”, quelle che vorremmo, e che non avremo mai.

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