Ho costantemente paura che ci sia qualcosa nel buio. Così recita una strofa della celebre canzone “Fear of the dark” (paura del buio) degli Iron Maiden, gruppo musicale heavy metal britannico. Paura del buio come sinonimo di paura dell’ignoto, timore di incontrare quel qualcosa o qualcuno che ci destabilizza in quanto siamo privi della sua conoscenza.
La legge sulle Unioni Civili ha lasciato un vuoto riguardo al complesso tema dei rapporti tra le coppie omosessuali e gli eventuali figli. E in questo vuoto non solo legislativo, ma anche amministrativo e giudiziario, si è navigato a vista fino ad epoca recente: dal marzo 2023 il tema è stato infatti al centro del dibattito politico dopo il voto contrario del Governo in carica (e precisamente della commissione Politiche europee del Senato) alla proposta europea del cosiddetto certificato di filiazione. Esso infatti prevedrebbe che ogni forma di genitorialità stabilita in uno Stato membro venga riconosciuta in ogni altro Stato, senza alcuna procedura speciale.
Ciò si è tradotto di fatto nella cancellazione delle vecchie e nello stop alle nuove registrazioni all’anagrafe degli atti di nascita per quei bimbi nati all’estero (ove sia consentita la maternità surrogata e la fecondazione eterologa) il cui genitore biologico richieda la registrazione di un secondo genitore “intenzionale” dello stesso sesso. Quale l’alternativa per il secondo genitore? La stepchild adoption, che a detta di molti esperti di diritto di famiglia garantisce il genitore ma non del tutto il bambino. Ed è un problema che riguarda sempre più figli, come stiamo leggendo nella cronaca degli ultimissimi giorni.
Allontanandoci dai tecnicismi, dai grovigli della politica e dai giudizi morali, apriamo la mente alla riflessione e domandiamoci: in questo stato delle cose quanto guadagnano e quanto perdono i bambini, che come sempre sopportano il peso delle decisioni di noi adulti? E per far questo, bussiamo alla porta dell’arte e della letteratura. Michela Murgia si è dedicata a questo progetto persino negli ultimi sofferenti giorni della sua vita e sarà pubblicato postumo il libro che approfondisce il concetto di famiglia in una dimensione più ampia, i rapporti d’amore filiali non biologici ma basati sulla volontà, una differente entità di amore. Da sempre infatti l’autrice si è fatta portavoce della famiglia queer, che si forma per scelta indipendentemente dal genere o dall’orientamento sessuale. Il 5 Ottobre scorso, invece, è uscito nelle sale “Nata per te”, film diretto da Fabio Mollo e ispirato al libro che racconta la vita di Alba, bimba con la sindrome di down che un giovane padre gay ha ottenuto di adottare qui in Italia nel 2017 dopo un lungo percorso di amore e di battaglie.
Quelle che ci vengono da questi esempi di esistenza sono prospettive che certamente non tutti siamo ancora pronti ad accettare. Però esistono nel presente nonostante tutto e saranno il futuro, quindi non vale la pena di lasciarle al buio della nostra ignoranza.
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Sono Iolanda, giovane insegnante di Lingue straniere, traduttrice ed esterofila. Ho studiato a Catania e poi a Roma, passando per Madrid. Ci ho messo poco a capire che la mia vita sarebbe girata intorno al mondo della formazione dei giovani. Vorrei che tutti loro imparassero ad amare le culture straniere, oltre che le lingue. Perché gli idiomi sono strumenti che, allo stesso tempo, rivelano integrazione e tutelano identità.