Anna K. è una bella donna, proporzionata, che però litiga con lo specchio sin dall’adolescenza. Ha un marito, una vita serena, eppure un tormento la rende nemica di se stessa: mangia troppo, e furtivamente, e poi corre in bagno a vomitare e provare sollievo e disgusto di sé, nello stesso istante.
La storia di Anna non è quella della protagonista di un romanzo, ma il caso clinico in cui molte esistenze possono rispecchiarsi. Sono 9000 circa in Italia le persone affette da Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) e Anna parla di loro, dell’altalena di sentimenti scatenata da comportamenti compulsivi, delle trappole dell’anoressia, della bulimia e del binge eating disorder. “Donne che amano troppo” di Robin Norwood ha segnato un’epoca, e svelato i meccanismi occulti delle dipendenze amorose. Diventa, oltre che una buona lettura per guardarsi dentro, oggi, anche il modello di riferimento di un altro autore, Renate Gockel, che attraverso questa bussola si orienta nel mondo delle dipendenze che hanno però a che vedere con l’alimentazione. Quando i problemi psicologici tentano una compensazione emozionale a tavola, incontrando un rapporto disarmonico con la nutrizione, si può facilmente scivolare nella palude delle dipendenze, che l’autore analizza attraverso casi clinici, di cui Anna K. è incarnazione perfetta e colorato mosaico di una buona fetta d’umanità.
Nell’odierna società, indulgente per certi versi, restrittiva per altri, l’incremento di problematiche alimentari è in continua crescita. Nella sfera del corporeo, dove tutto è visibile, dove l’attenzione è richiamata nettamente, dove il nascondimento è impossibile, si manifestano blocchi non sempre legati alla sfera estetica, ma dalle radici più profonde. E il corpo si fa tela in cui dipingere i disagi. La componente esteriore è solo uno spazio di possibilità di rivelazione: le lotte tra una “parte bianca” della personalità che sa gestire con razionalità ogni aspetto dell’esistenza, e “quella nera” l’occulta anima che non trova spazio per manifestarsi e preme verso una compensazione, benché patologica, è alla base del libro. Di queste tensioni, messe a tacere da chi le vive, non avvertiamo che l’ombra: minuscoli segni che necessitano, per essere visti, di una attenta osservazione e del lavoro dello psicoterapeuta.
Donne che Mangiano Troppo. Quando il cibo serve a compensare i disagi affettivi.
Renate Gockel
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Mi chiamo Irene e sono il direttore di questo magazine on line, fondato con l’Associazione Culturale “Le Ciliegie”. Nel lontano 2003 mi sono laureata in Filosofia con 110 su 110 e lode, tesi in Bioetica sull’esistenzialismo francese, e proprio come Jean Paul Sartre, mio filosofo del cuore, ho idea che “terminerò la mia vita esattamente come l’ho iniziata: tra i libri”. Sono una giornalista culturale e una docente di Filosofia e Storia: il giornalismo è la mia scusa per scrivere, l’insegnamento la mia palestra. Ma la verità, dietro tutte queste maschere di carne, è che sono una scrittrice, e scorre inchiostro nelle mie vene.