Tutti i popoli comunicano principalmente attraverso il linguaggio verbale delegando alle parole intenzioni ed informazioni; alle parole si accompagna il linguaggio non verbale che cede alla postura, ai gesti ed alle espressioni la capacità di trasmettere emozioni; alcuni suoni vengono poi accostati a gesti e parole per enfatizzarli.

Tra i suoni il fischio, alle nostre latitudini utilizzato come richiamo o per attirare l’attenzione, diventa linguaggio per decine di popolazioni nel mondo che comunicano attraverso sibili che sostituiscono le parole. I fischi viaggiano più lontano della lingua parlata, riescono a penetrare anche fra il fitto fogliame della foresta e a sovrastare il rumore del mare e, in un ambiente aperto, possono essere uditi anche a chilometri di distanza.

I dialetti fischiati si sono quindi sviluppati e diffusi fra comunità isolate come a La Gomera, una delle isole vulcaniche dell’arcipelago delle Canarie, dove la lingua dei suoni è un fischiettio talmente simile al canto degli uccelli, che i merli hanno imparato ad imitare: il Silbo Gomero. Creato dai primi abitanti delle isole, i Guanci, il Silbo è un idioma, diffuso da migliaia di anni, che è stato tramandato da padre in figlio come uno strumento in più per il lavoro. Veniva utilizzato da pastori e contadini per comunicare a grande distanza; questo esprimersi ha permesso nei secoli di superare gli strapiombi e i precipizi o le profonde vallate che caratterizzano l’isola, senza doversi spostare. Un linguaggio che è musica dove fiato e dita, il cui movimento fra le labbra riesce a comporre circa 4000 suoni differenti, viene amplificato dalla postura delle mani a mo’ di megafono. Oggi questo idioma fischiato, patrimonio etnografico dell’arcipelago, è considerato uno fra i simboli della cultura delle Canarie e viene custodito avendolo inserito nelle scuole tra le materie di studio, inoltre, in riconoscimento e a ricompensa per gli sforzi fatti per mantenerlo vivo, nel 2009 l’UNESCO ha iscritto il Silbo nell’elenco del Patrimonio Immateriale dell’Umanità, segnalandone l’utilità come sistema di comunicazione adatto alla morfologia territoriale dell’isola.

Oltre a La Gomera, ci sono altri luoghi del mondo in cui si continuano ad utilizzare i fischi per conversare occasionalmente. In Turchia si fa riferimento ad una tradizione che dura da cinquecento anni, dai tempi dell’Impero Ottomano, e che si è diffusa nel resto delle zone attorno al Mar Nero; in Messico si trovano tracce dei sibili nel dialetto Chinantec; alle pendici dell’Himalaya i fischi sono il codice di comunicazione che i ragazzi di etnia Hmong utilizzano per flirtare a distanza senza rivelare l’identità della coppia.

Alcuni popoli continuano quindi a fischiare per mantenere i legami con la propria identità culturale: quel bene fragile sottoposto a continue forme d’inquinamento che, soprattutto nell’era globale, rischia di essere contaminato. Ogni idioma, sia esso fatto di parole, sibili o gesti, è un vero è proprio scrigno di valori, tradizioni e punti di vista differenti.

Fischiatrice gomera
La Gomera
Paola Arcidiacono, Guia de turismo de Canarias
rutas canarias
Selva

Foto di Paola Arcidiacono

Copyright ©️ 2020-2030, “Spazi Esclusi” – Tutti i diritti riservati.