“E d’improvviso un odore ti avvolge.
Piano riporta ricordi e sensazioni di casa.
Niente difese e corazze,
solo il calore di un nido che scalda”
L’odore del ragù la domenica mattina, un odore che evoca amore e dedizione materni nel prepararlo, è qualcosa che mi porto dentro come un piccolo tesoro. Ricordo i pranzi delle feste preparati dalle donne di casa tutte intorno al tavolo, un momento di fortissima aggregazione, di risate e discorsi da grandi. Il rapporto col cibo, così controverso ai giorni nostri, è in fondo lo specchio del nostro approccio alla vita. Nasciamo, microscopici embrioni, nutrendoci di nostra madre e continueremo ad attingere da lei il latte, un misto di calore e protezione insieme. Quanta poesia e amore nella nonna che ti chiama per la merenda o nella domanda “hai mangiato qualcosa?” che ti sentirai rivolgere persino da adulto. Preparare da mangiare, cucinare per il puro gusto di dare piacere alle persone amate, il piacere del convivio, della condivisione con gli amici sono espressioni tangibili del più profondo dei sentimenti e trovano radici nel più remoto degli istinti, quello di sopravvivenza della specie. Possiamo avere dei ricordi sbiaditi della nostra infanzia ma di certo quel pane fatto in casa con su olio sale e origano lo ricordiamo in tanti e l’odore delle patate al forno, della torta di mele o del minestrone: un legame con chi ci ha amato che diventa indissolubile. Non è un caso dunque che per molti autori il cibo divenga un simbolo per descrivere i propri personaggi e le loro storie.
Penso a Proust e alle famose madeleine de “Alla ricerca del tempo perduto” o a Jean Austin “Delle buone torte di mele sono una parte considerevole della nostra felicità domestica”. E spingendoci in un campo più spirituale e filosofico leggiamo Kahlil Gibran “E quando addentate una mela, ditele nel vostro cuore: i tuoi semi vivranno nel mio corpo e i tuoi germogli futuri sbocceranno nel mio cuore, la loro fragranza sarà il mio respiro, e insieme gioiremo in tutte le stagioni”. Il cibo dunque non solo nutrimento del corpo ma un mezzo di propulsione di energia universale.
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Sono Marina, dipingo su porcellana e mi dedico all’insegnamento di quest’arte. Cerco di trasmettere l’amore per il bello e per tutte le forme d’arte, da sempre linfa vitale che alimenta un viaggio nel mio io più profondo. La notte il viaggio si trasforma in parole che corrono veloci: i miei pensieri prendono vita e divengono pensieri di tutti.