Sì, siamo fortunati! Passeggiare immersi dentro secoli di storia regala una consapevolezza incredibile. Quanti passi hanno calpestato questi sampietrini; passi veloci, in fuga durante la guerra, passi stanchi di lavoratori di ritorno da giornate faticose, passi lenti di innamorati, preoccupati solo di ritardare il più possibile il momento della separazione, passi allegri di turisti che porteranno a casa, nei loro occhi, le immagini di questa meravigliosa città eterna il cui nome, se letto al contrario, la dice lunga su di sé: amor. Che sia giorno pieno o notte fonda, Roma ci parla, ci racconta, ci mette accanto fantasmi di storia impossibili da non ascoltare, lasciandosi affascinare, sedurre e trasportare. Ogni testimone del passato ha una propria storia da raccontare, sembra quasi di sentirne la voce; è vero, è sovrastata dal brusio del presente, ma basta tendere cuore e pensiero, le orecchie no, quelle adesso non ci servono, lasciamo che sia la nostra anima a correre verso quelle voci lontane. Siete pronti? Andiamo. Roma, fine anni cinquanta, cos’è tutta questa agitazione? E quello? Era forse un flash? Ma sì! Come non pensarci! Siamo nella città della “dolce vita” e Roma pullula di attrici, attricette in cerca di fama e paparazzi a caccia dello scatto fortunato, quello che  regalerà loro un po’ di gloria in un mondo così difficile. Quel paparazzo lì sembra sapere il fatto suo, deve aver fiutato la sua preda e il suo colpo di fortuna, che ne dite? Lo seguiamo? Giriamo l’angolo, con il cuore in gola, esattamente come il nostro paparazzo, ma è talmente forte l’entusiasmo che non abbiamo nemmeno avvertito il rumore dell’acqua, quello che ci avrebbe anticipato una vista spettacolare: fontana di Trevi. Ci troviamo lì, sopraffatti da tanta bellezza. A dirla tutta l’architettura è l’unica cosa che valga la pena fotografare, così imponente, bianca e viva, ma non la pensa così il nostro paparazzo, a lui delle meraviglie architettoniche importa davvero poco, insomma, non saranno queste a dargli notorietà e soprattutto denaro; lui cercava altro. Un piccolo gruppo di persone però sembra piuttosto entusiasta mentre scatta fotografie ad una bella ragazza elegante e sorridente. Forse il tipo laggiù, quello che le suggerisce come sorridere e come ruotare la spalla, così da far scendere maliziosamente la spallina dell’abito a fiori, è il suo impresario. La ragazza trasuda la tipica ingenuità del germoglio di provincia in cerca di fortuna, la attende una strada tutta in salita e il successo, almeno per ora, sembra essere davvero solo un sogno. Il nostro paparazzo si asciuga la fronte sudata con la manica della giacca stropicciata: “Vabbè, ‘n altra sconosciuta…e io me stavo a fa’ venì ‘n infarto per questa qua? Chissà chi me pareva”. Coraggio! Andrà meglio la prossima volta. E noi? Noi adesso abbiamo un desiderio da esprimere, ognuno il suo, e senza dirlo a nessuno, che poi non si avvera! Una monetina volteggia in aria, si tuffa in acqua e scende a far compagnia a tante altre che, come lei, nascondono un dolce desiderio di buona fortuna.

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