Questo numero vi trascinerà dentro una serie di “contatti”, in un tempo in cui questo ci è drammaticamente (e comprensibilmente) negato. Certo non saranno contatti tattili. Ma con la scaltrezza che sempre caratterizza l’essere umano, colmando questo vuoto scopriremo nuove possibilità. Saranno occasioni, di approfondimento o di evasione, verso altre realtà sociali, per conoscere meglio la nostra. Contatti con culture, terre geografiche, meraviglie del pianeta, contatti sovrannaturali o straordinariamente terreni, con i mondi interiori, nostri e altrui. Contatti col futuro, quando quel ponte difficile da costruire, chiamato speranza, si fa progetto. E l’uomo riscopre la propria natura attiva, in un tempo che ci ha messo a riposo e insieme ci scuote con i suoi pressanti dilemmi etici. Come in tutte le epoche di crisi tragicamente “la scelta” ci accompagna: ha nomi e forme diverse per ognuno di noi che siamo giornalisti o medici, politici o infermieri, genitori o insegnanti, dirigenti o figli, e quanto altro! A volte sembra tacere, ma poi si rivela come un aut aut ineludibile e improvviso. Le nostre buone intenzioni non basteranno a generare le giuste azioni. Mai come adesso ci sentiamo ingoiati e rimescolati in quell’enorme roulette russa che sempre è la vita, che poco scampo lascia alla ragione. Eppure come in ogni epoca di crisi rimuoviamo, il più delle volte, il fardello della coscienza e andiamo avanti: così si ride, si pianifica, ci si aggrappa ai sentimenti. Seguiamo il buon senso ma prevarrà la fortuna: se vivi o morti, se buoni o cattivi consiglieri, se rispettosi della regola o genialmente, o stupidamente, trasgressivi. L’attimo che non perdona, l’istante fortuito che ci mette alla prova nella moralità, e che è sempre, si rivela adesso, nelle situazioni limite in cui più esplicitamente siamo chiamati a decidere, e nonostante ansie, rimozioni o distrazioni, è sempre nella scelta che riveliamo il nostro essere. Nell’augurio di nuovi contatti proficui con la nostra parte migliore che esige ascolto, vi lascio alla lettura di Spazi Esclusi.
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Mi chiamo Irene e sono il direttore di questo magazine on line, fondato con l’Associazione Culturale “Le Ciliegie”. Nel lontano 2003 mi sono laureata in Filosofia con 110 su 110 e lode, tesi in Bioetica sull’esistenzialismo francese, e proprio come Jean Paul Sartre, mio filosofo del cuore, ho idea che “terminerò la mia vita esattamente come l’ho iniziata: tra i libri”. Sono una giornalista culturale e una docente di Filosofia e Storia: il giornalismo è la mia scusa per scrivere, l’insegnamento la mia palestra. Ma la verità, dietro tutte queste maschere di carne, è che sono una scrittrice, e scorre inchiostro nelle mie vene.