Le colorazioni nel mondo marino sono segnali usati dai suoi abitanti per esprimere cambiamenti dello stato emotivo, richiami sessuali, strategie di difesa o attacco e mimetismo con l’ambiente. Quello che ai nostri occhi potrebbe apparire solo come una grande tavolozza, per gli abitanti del mare è in realtà qualcosa di molto più importante e significativo. Proprio in un ambiente silenzioso come il mare le colorazioni diventano un essenziale e valido strumento di comunicazione. Infatti, come per tutti gli organismi viventi, anche per quelli marini, le relazioni che instaurano con l’ambiente, con individui appartenenti alla stessa specie (relazioni intraspecifiche) e con specie diverse (relazioni interspecifiche) sono fondamentali e parte della loro vita. Possiamo quindi parlare di due tipologie di colorazioni che fungono per comunicare: le prime regolano rapporti all’interno della stessa specie come quelle legate alla sessualità e alla crescita e le seconde legate a significati biologici tra individui di specie diverse come mimetismo e predazione.

 Tra le prime rientra quella di un pesciolino molto comune, la Donzella pavonina (Thalassoma pavo) che, come molti altri pesci durante il corso della loro vita, cambia sesso quando raggiuge una certa taglia; in questo caso l’inversione sessuale è accompagnata anche dal cambiamento di colorazione della livrea, così che gli individui più piccoli e meno colorati saranno le femmine e quelli più grandi e più colorati i maschi.

Un altro esempio legato alla crescita è quello delle Castagnole (Chromis chromis), piccoli pesci che vivono in banchi molto numerosi, che hanno la caratteristica di cambiare colore durante la crescita; infatti, gli stadi giovanili sono blu-cobalto (violetto) iridescente e mano mano che crescono perdono questa colorazione per limitarla solo al capo fino a diventare tutti neri nello stadio adulto.

Donzella pavonina
Castagnola adulta

Castagnola giovane

Tra le seconde tipologie di colorazioni, campioni di mimetismo tra gli invertebrati nel mondo marino, rientrano sicuramente i Cefalopodi, come polpi e seppie, che hanno capacità sorprendenti nell’assumere colorazioni differenti in relazione al loro stato emotivo e a mimetizzarsi con l’ambiente circostante, roccia o sedimento, per sfuggire ai predatori.

 Particolari colorazioni sono quelle aposematiche o colori ammonitori, ovvero colori molto brillanti che assumono alcuni animali a cui associano proprietà tossiche o dannose e odori e sapori disgustosi per eventuali predatori che li sfuggono proprio perché messi in guardia dalle loro sgargianti colorazioni. Esempio tipico sono i nudibranchi ovvero le lumachine di mare.

Infine i grandi pesci pelagici, tonni, squali, balene, presentano una tipica colorazione bicolore chiamata “contrombreggiatura”, che consiste nell’avere il dorso di colore blu-azzurro, mentre ventre e lati del corpo sono bianco argenteo. Il vantaggio di questa colorazione mimetica è che se l’animale viene osservato dall’alto, il blu si confonde con il colore scuro delle profondità, mentre vista dal basso la parte inferiore chiara si disperde nella luce che penetra dalla superficie del mare.

Polpo
Flabellina
Doride dipinto

Foto di Alessia Condorelli