Saltimbanco.
Scorribande
fra parole mai sentite.
Giocoliere
fra gli avverbi ed i pronomi.
Domatore
di quei verbi intransitivi.
Funambolo
fra licenze e frasi fatte.
Circense senza pari.
Ed ecco appare lei
la poesia che ci sorprende
roboante oppur suadente.
Saltimbanco
assai sapiente
mette in scena sentimenti
con mirabile maestria
per gli astanti sbigottiti
trasportati lontanissimo da lì.
Se sia un dono o un esercizio
chi può dirlo non si sa
ma di certo ne vien fuori
un momento di emozioni straordinarie.
Una filastrocca fresca e leggera che tenta di mettere nero su bianco i moti dell’animo umano che spingono alla poesia o più in generale alla scrittura. Trovo difficile spiegare in modo preciso ed attento cosa avvenga nel nostro mondo interiore nel momento in cui ci si sente spinti alla scrittura. Una pulsione irrefrenabile di vite che prendono forma nella nostra mente; sensazioni che ci attanagliano o che ci travolgono che diventano quasi insostenibili e che perciò si ha la necessità di cacciar fuori; emozioni talmente indicibili da paralizzare lo spirito e che si sente il bisogno vitale di esternare.
Potrei continuare ancora certa di sfiorare appena quella interiorità che appartiene solo al singolo scrittore e che ognuno manifesta a modo suo. Così ci ritroviamo spesso davanti alle famose licenze poetiche o agli stili del tutto personali dei romanzieri.
La nota comune però rimane sempre la stessa: quel fuoco che brucia dentro, irrefrenabile e devastante, che spinge quasi a “vomitare” tutto ciò che scava l’anima.
Ma oggi è arrivata lei, la IA, l’intelligenza artificiale. Suadente, appagante, sempre pronta, sicuramente dotta, immediata nella risposta alla più strampalata delle domande. Farà di tutto per te: correggerà una frase, interpreterà un pensiero, traccerà un profilo psicologico o metterà in luce un pensiero filosofico, scriverà una introduzione o un romanzo intero. Bello, bellissimo e agghiacciante.
Non si creda che queste mie parole siano dettate dal bigottismo e dalla chiusura. Mi si dirà che è solo un aiuto, che da lì si può partire apportando modifiche, dando la propria impronta. Non so, probabilmente sarà pur vero tutto questo ma io ci scorgo all’orizzonte, non troppo lontano purtroppo, un appiattimento dell’animo umano, una omologazione e infine un annientamento dell’ultima cosa che questa società ci ha lasciato: l’individualità, la creatività, l’unicità del nostro modo di sentire e di esternare le nostre emozioni.
La sensazione fortissima è che ci sia il rischio non troppo astratto che la IA ci porti ad una illusoria esaltazione dell’ego trasformandoci in impareggiabili scrittori, in sublimi poeti o raffinati pensatori.
Ma la domanda, retorica si intende, che rivolgo ad ognuno di voi è “Tu dove sei in tutto questo? Chi sei? Davvero hai l’infantile illusione di saper gestire tutto ciò?”.
La mia personalissima speranza è che mai nessuna tecnologia riesca davvero a riprodurre le mille sfumature dell’animo umano, che ci resti un briciolo di unicità di pensiero, un po’ di quel mistero che alberga in ognuno di noi. Come disse Giovanni A. Barraco:
“Esser poeta non viene dal mettere in fila inconsapevoli lettere su un rigo riluttante.”
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Sono Marina, dipingo su porcellana e mi dedico all’insegnamento di quest’arte. Cerco di trasmettere l’amore per il bello e per tutte le forme d’arte, da sempre linfa vitale che alimenta un viaggio nel mio io più profondo. La notte il viaggio si trasforma in parole che corrono veloci: i miei pensieri prendono vita e divengono pensieri di tutti.