Il laboratorio si chiama Ghirò e lei lo definisce “il mio laboricomio”, è qui che le idee prendono forma passando dalla mente al cuore fino ad arrivare alle mani. Mani che impastano la creta, modellano, disfano e ricominciano. “Sbagliando si impara” mi dice Gabriella Caggegi, la padrona di casa “non sempre la creta è quella giusta e talvolta nemmeno le idee, allora bisogna ricominciare da capo, in un viaggio catartico e salvifico per lo spirito che qui si rigenera”. Già diversi anni fa Gabriella ha lasciato un lavoro che con la creatività non aveva nulla a che vedere “Prima che mi logorasse del tutto, ho imboccato un’altra strada e mi sono ripresa in mano l’equilibrio mentale” dice con quel suo modo di fare che, con una battuta e un sorriso, racconta sempre la verità. Lavorando a contatto con i bambini si è accorta anche lei che molti di loro spesso non sanno nemmeno giocare se non vengono supportati da elementi tecnologici.  “Nel mio piccolo cerco di coinvolgerli in questo laboratorio. Mi piace vederli mettere le mani nella terra, creare con la creta, facendo prendere corpo alla loro fantasia che dal cuore arriva a noi in forma di piccoli oggetti. Anche l ’uso dei colori, quelli “veri”, quelli con i quali ti sporchi mani e vestiti, quelli di cui senti l’odore, ha un ruolo importante. Il nostro è diventato un asettico mondo di plastica dove disinfettare le mani dopo aver toccato un cane è diventato più importante del piacere di aver giocato con lui.” A noi, cresciuti a suon di ginocchia sbucciate e compiti a casa portati a termine con il supporto di pesanti enciclopedie e matite che cercavano i passaggi più importanti da sottolineare, sembra normale sporcarsi le mani e spremere le meningi, ma non è esattamente così. “Freud sosteneva che tutto si fonda sulla teoria del risparmio energetico, ovvero, meno fatica è prevista in un’attività, più questa farà presa” aggiunge Gabriella “Studiare, leggere, informarsi, implica tanto impegno…perché farlo se puoi aprire una finestra, fare la domanda e avere una risposta? Che poi non sia corretta non ha importanza, intanto hai avuto una veloce risposta.” L’uso dell’intelligenza artificiale, quella che definiamo brevemente “AI” perché ormai parliamo per acronimi, sta entrando strisciando velocemente in ogni ambito e a farne le spese è anche la fantasia dei più piccoli, un dono meraviglioso sul quale non investiamo più. Conclude Gabriella “Con la mia attività creativa mi tengo stretto il gusto di avere le mani in pasta e la testa tra le nuvole, cerco di trasmettere ai ragazzi il piacere del saper fare, anche sbagliando, perché è sbagliando che si impara a crescere e a discernere. Sarà sempre l’intelligenza umana a creare quella artificiale e diventa fondamentale essere tra quelli che sanno fare per non lasciarsi incantare da false realtà.” È venuto il momento di ringraziare e salutare Gabriella, le sue ceramiche colorate dal tocco inconfondibile e il suo meraviglioso piccolo grande contributo in difesa delle salvifiche…mani in pasta!

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