Lo scorso 7 Marzo 2025 il Consiglio dei Ministri ha approvato uno schema di disegno di legge che introduce il reato di femminicidio. Alla vigilia della Giornata internazionale dei diritti delle Donne, che in Italia associamo ai colori della mimosa e durante la quale siamo invitati a riflettere sulla condizione femminile nel mondo, il femminicidio è quindi in cammino per diventare reato autonomo all’interno del Codice penale, previa approvazione del disegno da parte del Parlamento.
Il primo dei sette articoli recita: “chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità, è punito con l’ergastolo”. Si viene quindi a colmare una lacuna legislativa, poiché precedentemente per prevedere l’ergastolo era necessario combinare la norma sull’omicidio con una aggravante, ovvero l’aver ucciso una persona alla quale si era legati sentimentalmente. Altro importante traguardo raggiunto è che lo stesso disegno annuncia aumenti di pena anche per i cosiddetti “reati spia”, tra cui maltrattamenti, stalking, revenge porn e uso di sostanze corrosive.
La tutela di coloro che subiscono violenze domestiche e di genere era già stata rafforzata dalla legge 19 luglio 2019 n.69, nota come Codice rosso, e successivamente dalla legge Roccella (L.24 novembre 2023, n.168). Quest’ultima ha reso più semplice l’applicazione delle norme e punta sulla prevenzione, annoverando tra le numerose misure anche l’arresto in flagranza differita. Nonostante questo, nel corso del 2024 il Ministero dell’Interno ha registrato 95 femminicidi avvenuti in ambito familiare – affettivo, con un leggerissimo calo rispetto all’anno precedente. Il fatto che non sia manifesta la potenziale pericolosità di certi comportamenti ossessivi e che esista la condizione di dipendenza economica dal proprio partner ha più volte disincentivato o ritardato la denuncia da parte delle donne. La violenza economica è infatti una delle forme più subdole e tenuta in scarsa considerazione. Per contrastarla esiste già un provvedimento istituito nel 2020, il reddito di libertà. Esso prevede l’erogazione di un assegno mensile per un periodo massimo di un anno alle donne con figli minori o senza figli, su segnalazione di un centro antiviolenza che riconosca la loro condizione di vittime.
Anche la legiferazione più severa si scontra quotidianamente con le notizie di nuove uccisioni e affinché i numeri della crudeltà inizino a scendere occorrono campagne di informazione ricorrenti che mantengano alto il livello di attenzione sul tema e accrescano nelle vittime la consapevolezza di non essere sole.
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Sono Iolanda, giovane insegnante di Lingue straniere, traduttrice ed esterofila. Ho studiato a Catania e poi a Roma, passando per Madrid. Ci ho messo poco a capire che la mia vita sarebbe girata intorno al mondo della formazione dei giovani. Vorrei che tutti loro imparassero ad amare le culture straniere, oltre che le lingue. Perché gli idiomi sono strumenti che, allo stesso tempo, rivelano integrazione e tutelano identità.