Negli ultimi anni, si parla sempre più insistentemente di l’intelligenza artificiale (IA) e questo inevitabilmente ha contagiato il mondo dell’arte. Esplorando le potenzialità di algoritmi e reti neurali per generare opere d’arte, video e persino musica, si è allargato il potenziale espressivo ma si rischia una standardizzazione creativa perché sebbene l’IA può imitare stili esistenti, può avere difficoltà a creare qualcosa di veramente innovativo o originale, poiché si basa su dati preesistenti. Gli artisti e i creator hanno trovato a tratti un limite al “fare” tradizionale ma c’è chi ha trovato un nuovo mezzo per dare forma alle idee. Ma come si confronta questo nuovo approccio con le tecniche artistiche tradizionali? L’arte tradizionale si basa su abilità manuali, tecnica, intuizione e l’esperienza personale dell’artista. Questo processo è spesso lungo e richiede una profonda connessione emotiva con il lavoro. Con l’arte generata dall’IA sono gli algoritmi che analizzano enormi quantità di dati per creare immagini o video talvolta sorprendenti e molto originali. Questi sistemi ovviamente possono produrre opere in pochi secondi con la tecnica che si preferisce anche se il limite è la personalizzazione della “mano” che li genera. La narrazione personale può espandersi in direzioni diverse ma con meno intervento da parte del “fare” che ha caratterizzato da sempre lo stile e le tecniche dei grandi maestri. Nonostante i progressi notevoli, la generazione di immagini e video tramite IA non è priva di difetti. Gli errori comuni che si possono riscontrare sono le anomalie fisiche poiché le immagini generate possono presentare proporzioni errate o dettagli anatomici distorti, come mani con un numero sbagliato di dita o volti e corpi, soprattutto in movimento, con caratteristiche irregolari. A volte, l’IA tende a ripetere elementi o a creare pattern che risultano innaturali, rendendo l’immagine meno credibile. Anche in alcuni video generati, la coerenza tra le scene può essere compromessa, con transizioni brusche o incongruenze narrative. Questi errori sicuramente nel tempo saranno corretti per rendere sempre più difficile distinguere la “realtà” delle immagini e l’uso dell’intelligenza artificiale nell’arte, offrendo nuove opportunità creative, rappresenta una frontiera affascinante e in continua evoluzione. Entrambi i mondi possono avere valore e possono coesistere, arricchendo il panorama artistico contemporaneo. L’arte, in fondo è espressione umana e vive il suo tempo e in tutte le sue forme e stili perché continua a essere un riflesso della nostra umanità anche se creata da un algoritmo anziché da una mano umana.

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