Risulta sempre più evidente come la digitalizzazione e tecnologie avanzate quali l’intelligenza artificiale, siano ormai parte della nostra quotidianità e impiegate nei più svariati ambiti. Anche nel campo della ricerca marina e nell’utilizzo delle risorse legate al mare, potersi avvalere di tecnologie avanzate risulta molto vantaggioso. Per fortuna oggigiorno, rispetto al passato, si è maturata una sensibilità riguardo lo sfruttamento e la tutela del nostro pianeta. Questo ha portato alla nascita di quella che viene definita Blue economy, un ramo della green economy, ovvero un modello di crescita economica che si basa sull’uso sostenibile e responsabile delle risorse marine. Per la realizzazione di uno sviluppo sostenibile con un impatto zero sull’ambiente, la blue-economy punta sull’innovazione e sulla condivisione delle conoscenze. L’ambiente marino rappresenta un grande potenziale economico ma anche un ecosistema da preservare e rispettare. I settori che rientrano nella Blue economy sono svariati come turismo balneare, attività portuali, cantieristica navale, pesca, acquacoltura, coltivazioni di alghe, trasporto marittimo e produzione di energia pulita. La pesca sostenibile, l’acquacoltura, le energie rinnovabile e l’osservazione degli oceani sono diventati settori chiave dell’economia dove si investe sempre di più, realizzando una gestione responsabile e produttiva. Gli oceani rappresentano una grandissima risorsa di cibo e materie prime di cui gran parte rimane ancora inesplorata, a causa delle difficoltà che l’uomo incontra a confrontarsi con un ambiente non del tutto adatto alle sue capacità. L’oceanografia è una parte della scienza che studia i processi fisici, chimici, biologici e geologici degli oceani. Ciò ci permette di conoscere le dinamiche che ne influenzano la sua produttività e quindi le possibili risorse alimentari, come condiziona il nostro clima e come onde, venti e temperatura influenzano le diverse attività svolte dall’uomo. La robotica marina, attraverso l’utilizzo di robot con caratteristiche e funzioni diverse, rappresenta un grande aiuto per l’esplorazione dei mari. Alcuni operano dalla superficie, rilevando il profilo del fondale, altri sono veicoli subacquei autonomi che campionano parametri biologici, chimici e fisici lungo la colonna d’acqua, altri sono filoguidati e utilizzati per ispezionare, riparare e campionare.
Uno dei problemi ambientali più minacciosi degli ultimi tempi è quello della plastica, è ormai è risaputo che se si continua così entro il 2050 in mare ci sarà più plastica che pesci. Sono stati progettati vari sistemi che permettono la sua raccolta o che prevengano che le macroplastiche vi finiscano, attraverso la creazione di barriere fisiche all’ingresso delle foci dei fiumi o in altri punti strategici. Un altro valido aiuto, posto in corrispondenza degli impianti di trattamento degli scarichi urbani, è la realizzazione di soluzioni in grado di filtrare o accelerare la decomposizione delle microplastiche scomponendole in composti innocui. Altra soluzione è rappresentata dall’uso di filtri che trattengano le microplastiche nelle lavatrici domestiche. Anche la realizzazione di grandi barriere galleggianti che sfruttando le correnti catturino la plastica prima che inizi la sua degradazione, o ancora l’uso di una sorta di cestini portarifiuti costruiti con materiali riciclabili che raccolgono i rifiuti galleggianti in acque calme come porti o laghi.


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