La illuminante testimonianza di Valeria Baggio, da cuoca a guaritrice a distanza, e custode del prezioso dono della medianità. Un dono, come rimarca la sua vicenda, di cui non si fa commercio.
Lei è tra le pochissime figure che sottolinea ancora l’importanza di mettere a disposizione degli altri, in maniera totalmente gratuita, i doni spirituali, la medianità, i poteri divini ricevuti. Questo è un messaggio importante che va divulgato, in tempi in cui ogni cosa sembra avere un prezzo, e anche l’evoluzione spirituale pare proporsi con un suo tariffario.
La cosa non funziona facendosi pagare, per fortuna c’è ancora qualcuno che non specula su queste cose. Non chiedendo niente, torna molto di più, l’immensa gioia di aiutare gli altri. Non sono una persona sofisticata, non mi servono vestiti da boutique o caviale per cena, amo le cose semplici.
Quale evento ha impresso una direzione nuova alla sua esistenza?
Durante un intervento di autotrapianto osseo ho avuto un arresto cardiaco, sono andata nell’altra dimensione, un posto meraviglioso che non avrei mai voluto abbandonare. Non ho visto figure ma sentivo presenze. Il mio viaggio nella luce mi ha portato all’interno di un tunnel luminoso; in cima al tubo ho scavalcato con una gamba, ma qualcuno mi ha trattenuto. Non avrei voluto ritornare, protestavo per andare avanti, pur sapendo che non sarei tornata più indietro, che qui avrei lasciato due bambini piccoli, un marito molto amato, però io sentivo dall’altra parte un tale amore mai provato sulla terra. Non ho visto nessuno ma sapevo di non essere sola.
Quanto è durata questa esperienza?
Sicuramente poco. Durante l’intervento ho sentito urlare “La perdiamo!”, e mi sono vista uscire dal corpo, ho osservato me stessa, e l’intera scena, seduta sopra un mobile, sentivo queste urla e mi sono accorta di una porta con una maniglia rotonda che non avevo mai visto; adesso sono piuttosto frequenti negli ambulatori, ma quarant’anni fa non se ne trovavano ancora. Ho aperto questa porta e mi sono sentita risucchiare all’interno di questa luce in cui ho viaggiato ad altissima velocità.
In che modo ha incontrato la medianità sul suo percorso di vita?
Dopo quell’esperienza di NDE che non era un sogno, le sensazioni erano troppo nitide, ho vissuto un altro evento misterioso. Dopo l’intervento non sono stata bene, e nel giro di pochissimo mi ritrovai con tre necrosi. Avrei dovuto subire un nuovo intervento a Marsiglia, con auto impianto. La mia mano era diventata nera. Per combinazione, o forse questo doveva succedere, ho conosciuto una signora che mi ha invitato a casa sua. Io non sapevo niente di medianità, sono stata ricevuta in questa sala, dove mi sono addormentata, è una situazione per me insolita, poiché soffro di insonnia. La luce era soffusa, la donna mi ha preso la mano e ha iniziato a parlare con voce maschile, si stava manifestando qualcuno attraverso lei. Mi ha dato una ricetta, me l’ha ripetuta due volte, rivelandomi che questo mi avrebbe permesso di guarire, ed evitare l’intervento. Io ero molto scettica. Subito dopo la signora svegliandosi non ricordava nulla di quanto accaduto, ma mi ha spronato a eseguire le istruzioni che avevo ricevuto tramite lei. Ho effettivamente provato, e dopo circa dieci giorni la mano è ritornata rosea e in salute. Ho iniziato di nuovo ad usarla e ho chiesto una radiografia di controllo, che al tempo non era un esame analogo agli odierni, per cui il medico si oppose. Allora picchiai un sasso sul polso, dove avevo il male, mi sono recata in ospedale dicendo di essere caduta. Acconsentirono di fare una radiografia, increduli per la miracolosa guarigione ne fecero altre, alla terza radiografia il medico mi chiamo e mi disse: “Mi dice cosa ha fatto?”
Ha avuto successivi incontri e collaborazioni con questa signora?
Sono ritornata da questa signora, per ringraziarla e sapere perché ero andata a finire lì da lei, questa donna mi ha voluto tanto bene, mi ha presa come figlia spirituale, sono stata con lei dieci anni, andavo da lei una volta a settimana, lei organizzava però sedute medianiche ogni giorno, con personaggi famosi. Io lavoravo come unica cuoca in un grande ristorante, avere l’uso della mano era fondamentale per il mio lavoro. Padre Astolfo, lo spirito che mi aveva guarita, si ripresentò più volte, e ogni volta mi diceva che così come io avevo avuto fiducia ed ero guarita, allo stesso modo dovevo aiutare le altre persone. Per cinque anni ho detto di no, perché non mi sentivo degna, perché avevo paura di prendere in giro la gente, perché dovevo lavorare per pagare il mutuo della casa. Poi è successo che le persone hanno iniziato a cercarmi, a casa, sul lavoro, per chiedermi aiuto, e io riuscivo ad aiutarle.
Aveva altre manifestazioni di medianità nel suo quotidiano, oltre la capacità di guarire, anche a distanza?
Sentivo molto spesso una voce, forte, possente, tuttora presente nelle mie giornate, mi avverte, anche delle cose brutte. Ho ad esempio potuto annunciare la pandemia in una diretta a Focus una settimana prima che avvenisse, e non ero io a parlare, a volte mi accade questo. È stata la voce a spingermi al licenziamento per potermi dedicare agli altri a tempo pieno. Io parlavo con questa voce, le rispondevo, ho manifestato le mie perplessità, ma sono stata tranquillizzata in più occasioni. Alla fine tutto sembra essersi sistemato, dopo aver lasciato il lavoro sono riuscita a ottenere, con un affitto simbolico, un laboratorio a Calci, dove moltissime persone sono venute per essere aiutate, altre intendevano mettermi alla prova sulle mie effettive capacità di guaritrice. Le mie mani andavano però sempre dove c’era bisogno, e quando mi prendevano in giro lo sentivo.
Quante persone ha guarito con le sue capacità medianiche?
Non parlerei di guarigioni, perché quelle spettano ai medici, ma di miglioramenti. Ho aiutano moltissime persone, afflitte da patologie che nemmeno conosco. Continuo a ricevere visite di entità, ma la cosa che maggiormente impegna le mie giornate è aiutare le persone malate. Io stessa sono malata, ma nessuno può aiutare sé stesso. Io, però, ricevo tanto aiutando gli altri, e questo è il mio prezzo, ciò che guadagno: una gioia immensa.
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Mi chiamo Irene e sono il direttore di questo magazine on line, fondato con l’Associazione Culturale “Le Ciliegie”. Nel lontano 2003 mi sono laureata in Filosofia con 110 su 110 e lode, tesi in Bioetica sull’esistenzialismo francese, e proprio come Jean Paul Sartre, mio filosofo del cuore, ho idea che “terminerò la mia vita esattamente come l’ho iniziata: tra i libri”. Sono una giornalista culturale e una docente di Filosofia e Storia: il giornalismo è la mia scusa per scrivere, l’insegnamento la mia palestra. Ma la verità, dietro tutte queste maschere di carne, è che sono una scrittrice, e scorre inchiostro nelle mie vene.