Siamo pronti a cambiare tutto per un nuovo progetto di vita? A volte, i cambiamenti più radicali e sensazionali non sono semplicemente delle svolte, ma possono ridefinire la carriera dell’artista e anche il corso della storia dell’arte stessa. Quei momenti in cui il genio non solo esce dagli schemi, ma li distrugge per costruirne di nuovi e trovare la sua giusta espressione nel mondo come ci racconta la storia di due donne, due artiste, legate tra loro da un filo sottile. Georgia O’Keeffe fu una pittrice statunitense che nei primi decenni del Novecento si accosta al movimento del precisionismo. La sua carriera ebbe un cambiamento drastico quando decise di abbandonare il caos della vita artistica newyorkese per rifugiarsi nel silenzioso deserto del New Mexico tra paesaggi aridi e sconfinati. La sua arte trovò una nuova voce e così dopo aver transitato strade caotiche e dipinto i palazzi della metropoli cambia i suoi soggetti con fiori e paesaggi tipici del deserto disseminati di rocce, conchiglie e ossa, intrisi di colori vibranti. Questa nuova serenità meditativa portò la sua pittura verso una dimensione astratta e vagamente erotica molto più personale. Questo suo autoesilio fu intimamente vissuto in modo travagliato dal marito che le scrisse oltre 25000 lettere, fino a tre lettere al giorno, alcune lunghe più di quaranta pagine, sperando di convincerla a tornare definitivamente da lui. Yayoi Kusama, artista giapponese vivente, è riuscita a creare un mondo suo attraverso gli iconici pois infiniti oscillando in modo camaleontico tra deliri e allucinazioni, espressioni dei suoi dilemmi psicologici ed emotivi. L’arte come “antidoto” la porta ad un rivoluzionario cambio di vita con un trasferimento a New York, sostenuto da Georgia O’Keeffe dopo un’intensa corrispondenza epistolare, che tra molte difficoltà anche economiche ed esistenziali, tanto da non mangiare per giorni pur di poter comprare il materiale per le sue tele, le darà la fama di essere un’artista rivoluzionaria dal futuro libero e inaspettato. In questo periodo fu animata da una produzione artistica irrefrenabile, in stanze spartane dove dipingeva su tele, mobili, pavimenti, e perfino sul proprio corpo. Dopo aver dato forma alle sue paure attraverso le sue creazioni controverse, scandalose e ossessive, affascinando il pubblico con le sue installazioni immersive, ha recentemente abbracciato una nuova forma di espressione: la scrittura. Il passaggio dalla scultura alla performance e dalla pittura alla scrittura di poesie e romanzi surreali è stato un modo per Kusama di dare voce alle sue visioni interiori con un altro linguaggio ancora più personale e diretto. Utilizzando un nuovo mezzo di esplorazione delle sue ossessioni per l’infinito e il trascendentale, amplia così la sua influenza anche oltre il mondo dell’arte visiva. Dal 1977 vive in un ospedale psichiatrico per scelta dove non ha mai smesso di continuare a dipingere quotidianamente. A volte, i cambiamenti più radicali e sensazionali non sono semplicemente delle svolte, ma veri e propri atti di ribellione, storie che ci ricordano che nell’arte come nella vita, a volte, le svolte più radicali sono quelle che portano ai risultati più straordinari.

Georgia O’Keeffe
Georgia O’Keeffe, Light Iris, 1924
Georgia O’Keeffe, Black Mesa Landscape New Mexico, 1930
Yayoi Kusama
Yayoi Kusama, The Obliteration Room, 2002
Yayoi Kusama, Infinity Mirror Room—Phalli’s Field, 1965

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