Il nostro Pianeta è ricoperto per il 71% di acqua, gli oceani e i mari rappresentano il 97% mentre il restante 3%  è formato da laghi, fiumi e ghiacciai. Nonostante questa ricchezza, quando pensiamo a luoghi inesplorati quasi sempre ci soffermiamo sulle superficie senza pensare allo splendore delle profondità marine. Sott’acqua si trova così tanta storia e bellezza da lasciarci senza fiato. Un pioniere di straordinarie avventure subacquee fu il Comandante Jacque Costeau, grande esploratore, navigatore ed ecologista. Durante gli anni ’60, a bordo della sua nave oceanografica Calypso, navigò per tutti i mari e gli oceani dei continenti contribuendo alla loro scoperta. Ben presto si accorse che l’uomo rappresentava una minaccia per l’ecosistema marino, così attraverso le sue esplorazioni e con la realizzazione di numerosi film, documentari e campagna di protezione riuscì a dare un enorme contributo alla sua protezione. Nel 1963, nella laguna di Shaab-Rumi vicino Port Sudan nelle acque del Mar Rosso, replicò un esperimento, fatto l’anno prima nelle acque di Marsiglia, per provare l’adattabilità dell’organismo umano alla vita subacquea. Costruì un piccolo villaggio, alla profondità di 10 e 25 metri, con due casette in grado di ospitare 8 e 2 persone. Nella casa principale, più grande a forma di stella marina, con  grandi oblò come finestre, vi era una sala centrale dotata di varie apparecchiature dove si effettuavano le riunioni e si consumavano i pasti. Da questa partivano quattro corridoi cilindrici, due riservati agli alloggi, il terzo adibito a cucina con un laboratorio di biologia ed il quarto come via comunicante con il mare grazie a un passaggio aperto sul pavimento. La casa più piccola era come una campana subacquea con due ambienti, il piano inferiore come uscita per l’esterno e quello superiore come abitazione. Era presente anche un garage per il mezzo di locomozione subacqueo, chiamato riccio di mare, e un hangar per il deposito degli attrezzi. La loro permanenza subacquea durò 28 giorni durante i quali effettuarono esperimenti e catturarono pesci destinati al Museo Oceanografico di Montecarlo. Fu realizzato un vero e proprio acquario costituito da recinti chiusi con vetri. A progetto ultimato le strutture vennero smontate ma oggi visitare quei luoghi significa ripercorrere la vita e le imprese di un grande comandante. Il villaggio rimane uno dei siti di immersione più suggestivo al mondo. Immergendosi in quelle acque è possibile nuotare tra i resti del garage, dell’hangar e dell’acquario. Il primo presenta la forma di fungo con il tetto a punta, poggiato sul fondale grazie a lunghe gambe telescopiche, ai suoi lati tutto intorno a girare si trovano le aperture circolari che una volta erano la sede degli oblò. Da qui filtrano fasci di luce che creano una suggestiva illuminazione interna. Durante la notte, immergersi e risalire fino alla bolla d’aria, creata dall’aria degli erogatori dei subacquei è un’esperienza unica. Poco distante si trova il magazzino di cui rimane soltanto un tunnel lungo quattro metri e aperto sui lati. Più avanti si trovano i resti dell’acquario che era una struttura reticolare di tubi di acciaio a forma di piramide. Nuotando tra questi frammenti, colonizzati da invertebrati di ogni specie e colorati coralli, non mancano splendidi incontri con la fauna tipica di un mare ancora in grado di regalare emozioni uniche. Ogni reperto fa parte della storia della subacquea e possiamo considerare questo angolo di mare un vero museo subacqueo.

Precontinente II
Mappa immersione
Coralli
Resti acquario
Resti garage
Resti magazzino

Foto di Alessia Condorelli

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