Nota alla cronaca come la coraggiosa vicequestore che il 25 settembre 2021 sale sul palco di Piazza San Giovanni a Roma ed esprime come libera cittadina le sue idee contrarie alla legittimità del green pass, Nunzia Alessandra Schilirò è oggi una operatrice spirituale esperta nella pratica del risveglio evocativo.
Tra l’una e l’altra esperienza di vita, fiera esponente della polizia di Stato e persona attiva nel mondo spirituale, due eventi traumatici, ma altamente significativi, hanno modificato radicalmente la sua esistenza. Vuole raccontarli ai nostri lettori?
Nel 1997 quando ancora non si parlava moltissimo di NDE (io stessa ero totalmente a digiuno di tali argomenti) ho vissuto un’esperienza premorte, poi la successiva nel 2005 mi ha portato a un vero e proprio cambiamento esistenziale; nel primo caso ho vissuto l’esperienza di uscita dal corpo, non sentivo dolore, dopo l’impatto in moto io mi sono staccata tanto da riuscire a non percepire alcun dolore fisico, ma pur priva di sensi ho visto la scena dell’incidente “dall’esterno” con estrema precisione, tanto da riuscire poi a descriverla in dettaglio; mi sono risvegliata con trauma cranico commotivo, e sentivo l’esigenza di porre tre domande al personale medico: “Chi sono? Che essere sono? Che anno è?” Indubbiamente la seconda può apparire curiosa, mai avrei pensato di chiedermi questo. Solo un’infermiera illuminata mi disse un giorno “Sei un essere umano”, permettendomi così di trovare pace.
Durante queste esperienze premorte ha percepito, così come molti raccontano, la presenza di esseri, angeli o guide spirituali?
Entrambe le volte ho avuto contatti con entità sagge, che mi hanno avvertito di dover rientrare profetizzandomi alcune circostanze, anche difficili, che avrei poi, effettivamente, vissuto. Nel 2005 l’esperienza è stata, se vogliamo, ancora più forte. Quella volta me ne stavo andando, a causa di una complicazione di salute che si era rivelata molto grave, fu avvertita la mia famiglia del fatto che non avevo alcuna speranza di sopravvivere. Io intanto stavo vivendo un viaggio in un mondo altro, dal quale non volevo assolutamente più tornare, e invece sono tornata: completamente guarita, cosa questa incredibile, e come persona totalmente nuova. Prima ero stanca, poca voglia di vivere, chiusa in me stessa, sono ritornata la persona che ero forse a sette anni, piena di voglia di vivere, entusiasmo e consapevolezza.
Ritornare alla vita di sempre sarà stato quantomeno complesso, avrà sicuramente temuto di non essere creduta. Ha più avvertito nostalgia di quella dimensione che ha avuto la fortuna, anche se indubbiamente in circostanze tragiche, di visitare?
Inizialmente ero restia a raccontare quanto vissuto in questo “universo altro”, per quanto molte cose che mi erano state dette iniziavo a constatarle di persona, prima tra queste la mia totale guarigione, interiore e fisica. Ho avuto inoltre la sensazione che quel viaggio avrebbe costituito, anche nel mio dopo, una connessione indissolubile con quella dimensione. Mi avevano del resto detto che non sarei stata mai più sola. Avevo con loro un forte senso di familiarità, era stato come tornare a casa mia. Il vero mondo è di là, dove c’è un benessere, una pace, una allegria che noi non abbiamo idea di cosa sia. Rientrata nella mia esistenza terrena ogni cosa sembrava andare bene, l’ingresso in polizia ne è solo un esempio, vissi a partire da quel momento una vita di successi, qualunque cosa decidessi di fare andava benissimo. Una parte di me credeva fortissimamente in Dio, in Cristo, nell’Assoluto, non nell’istituzione terrena ma nella verità di un Oltre. Sapevo che proprio quel mondo mi aveva toccato, e guarito. Era forte in me il desiderio di testimoniare questo, e far provare alle persone la mia stessa gioia. Dall’altra parte sussisteva però in me la mia personalità, fortemente strutturata e razionale. Questo vuol dire che avevo un mondo misterioso e segreto che mi accompagnava sempre. E mi assisteva nella mia esperienza esistenziale e lavorativa. Si trattava di una connessione con la mia anima sempre vigile, e di conseguenza con i mondi superiori. Questo è un potere che abbiamo tutti, entrare in connessione con la propria anima significa, automaticamente, non vivere più solo in questa dimensione.
Il suo lavoro attuale ha in fondo questa finalità. Fare in modo che le persone ritrovino la connessione con la propria anima.
Assolutamente sì. Utilizzo più tecniche. La prima è quella volgarmente chiamata ipnosi regressiva, che io definisco risveglio rievocativo. È una tecnica che veniva già usata nell’antico Egitto, esistevano sacerdoti e sacerdotesse (le donne infatti in Egitto godevano di diritti e considerazione, allo stesso modo degli uomini) che inducevano sogni guidati, tramite cui la persona sottoposta al trattamento assumeva le redini della propria esistenza, diventando maestro di se stesso; era un trattamento spesso usato per la guarigione del corpo, come guida per il futuro e per la vita quotidiana. È esattamente il modo in cui usiamo noi oggi tale terapia, che non va solo verso il passato, ma è in grado di metterci in contatto con alcuni eventi futuri della propria esistenza.
Questa terapia è efficace su tutti?
Non tutti sono in grado tramite risveglio evocativo di stabilire una connessione con la propria anima e vedere vite parallele, interiori o precedenti, o altre forme di contatto con spiriti superiori o entità. Tutte queste potenzialità appartengono a chi è in grado di ritornare in connessione con la propria anima. I doni dello spirito, come li chiamava Rol, vengono dati però soltanto a una particolare categoria di persone, perché non bisogna abusarne, e non sempre è giusto conoscere il futuro, poche volte ci è dato conoscerlo, tendenzialmente quando ci serve, quando è necessario. Conoscere il futuro annullerebbe ogni prova, ogni sorpresa. Esistono però casi in cui viene rivelato come prova, per credere in questi mondi spirituali. In conclusione la stessa terapia può avere impatto diverso sulle persone. Del resto, non siamo tutti uguali, esistono tre categorie di persone: quelle totalmente legate alla materialità, persone con enorme difficoltà ad evolversi, sono destinati a tornare tramite reincarnazione, e qualunque esperienza, anche di tipo spirituale, può contribuire alla loro evoluzione ma considerando la loro natura tale cambiamento è lento e difficoltoso. Seconda categoria, gente costantemente in ricerca, sono persone dotate di libero arbitrio, e possono scegliere e possono evolversi, sono qui per la missione collettiva, quella di conoscere l’Amore con la A maiuscola. Poi esiste una terza categoria di persone, in grado di far evolvere la società, sono qui per una missione, e hanno meno libero arbitrio, quello che possono fare è semplicemente scegliere il tempo in cui entrare nella loro missione, possono impiegare una incarnazione, due, venti, ma devono entrare nella loro missione. Non hanno alternative, poiché sono qua per una missione.
In che modo decidono di assumere tali missioni?
Un esempio può servirci a comprendere meglio: dovremmo immaginarla come un consiglio di saggi che si consultano e stabiliscono necessarie alcune missioni, ci sono poi per così dire le candidature volontarie. Qui si stabilisce una sorta di co-decisione, tra il libero arbitrio di chi si offre e l’incarico conferito.
Cosa invece, di quella realtà, è per noi più difficile da comprendere?
L’idea che il tempo non esista. Eppure è proprio così. O il concetto di unità. In che senso, siamo tutti Uno? Noi lo possiamo capire, e comunque con difficoltà dato che siamo estremamente limitati, per esempio grazie all’amore. Il grosso problema invece che ci accomuna tutti è quello dell’oblio, può capitare che anche chi è qui per una missione, non lo sappia.
Può raccontare ai lettori di “Spazi Esclusi” alcuni frutti del suo lavoro? Magari episodi realmente accaduti o guarigioni avvenute grazie alla pratica di risveglio rievocativo?
Ci sono stati risultati eclatanti in una sola seduta, e altre situazioni in cui abbiamo dovuto attendere tredici mesi, con due sedute mensili. Il tempo è personale. Essere in contatto con la propria anima significa, al tempo stesso, essere in contatto con la natura, le altre dimensioni, gli altri mondi. Una donna era disponibile per fissare gli incontri solo la domenica o alle nove di sera. Il suo problema più grande era quello che non riusciva a dire di no, faceva anche i turni degli altri, al lavoro. Dunque abbiamo iniziato le sedute alle nove di sera, dopo di che la stessa pratica spirituale avrebbe portato un cambiamento in lei, lei avrebbe compreso ma a livello inconscio, non razionalmente, tuttavia da quando la sua anima colse il messaggio lei aveva già cambiato la sua vita, a partire dai suoi comportamenti. Perché quando tu ti connetti con la tua anima, è lei a comandare, proprio come dovrebbe essere. Cosa aveva scoperto, tra le altre cose? In un’altra esistenza era stata sposata ad un uomo che amava moltissimo ed era molto corteggiata da un altro uomo, un giorno lei lo rifiutò in malo modo, quest’uomo per vendicarsi uccise il marito di lei. Quale messaggio le arriva dunque da quella esistenza? Che non bisogna dire di no, per non perdere ciò che più si ama al mondo. Ricordando questa vita, non era in grado di comprenderla, siamo tutti bravissimi con la vita degli altri, ma incapaci di decodificare correttamente quando si tratta di noi. Questo succede a tutti per i meccanismi di difesa che scattano. Altro aneddoto riguarda una ragazza che è venuta una sola volta, perché questo metodo con i giovani funziona molto bene. Bellissima ragazza, brillante negli studi, rendeva molto agli scritti, ma si paralizzava letteralmente agli orali. Come dico sempre “l’anima va dove per lei è più importante”. Generalmente l’anima risponde alle domande che vengono fatte, quando sei in connessione, poi può anche succedere che noi riteniamo qualcosa importante ma non lo è per la nostra anima. Lei scopre di essere stata una nativa d’America, dopo un assalto al suo villaggio fu catturata e portata da uomini che la sottoposero a un interrogatorio, le dissero: “Se tu ci dici tutta la verità noi risparmieremo te e la tua famiglia, altrimenti vi uccideremo tutti”. Lei rispose alle domande, ma tutta la sua famiglia, inclusa lei, fu sterminata. Cosa ha interiorizzato da questo? Non bisogna mai rispondere alle domande in situazioni analoghe, ed evidentemente una commissione d’esami risvegliava, inconsciamente, quel ricordo. Il problema della studentessa si risolse immediatamente, la cosa bella è che questo metodo potrebbe funzionare con le così dette malattie incurabili, quelle situazioni in cui ogni cura ufficiale e alternativa sembra non dare alcun risultato.
Ci sono stati casi di consapevolezza ma non a lieto fine, in cui la guarigione non è avvenuta?
Capita purtroppo anche questo. Un ragazzo, ad esempio, sofferente di una rara malattia autoimmune con dolore cronico, e per questo costretto ad assumere dei farmaci molto pesanti, voleva capire cosa mai avesse fatto di male per meritarsi questo. Gli viene detto che la malattia era legata alla sua evoluzione, scelta da lui per evolversi, quindi nessuno avrebbe mai potuto togliergliela in questa vita, lui chiede “ma cosa devo imparare se non ce la faccio più?”. Come cosa devi imparare? Stai già imparando tutto quello che devi imparare su questa terra, stai imparando che l’unica cosa da cui gli esseri umani imparano purtroppo è il dolore, e stai imparando che cos’è l’amore, proprio l’amore per tua figlia sarà quello che ti salverà perché sarà colei che si occuperà di te adesso ma anche nella tua vecchiaia, perché la tua vita sarà lunga e felice nonostante la malattia. Poi lui ha confermato questo ruolo della figlia, in grado già adesso di occuparsi di lui, e il senso della sua vera gioia. Si era ammalato poco dopo la nascita della figlia. Quindi all’inizio lui stava bene, però aveva il senso di colpa di non poter essere per la figlia il padre che avrebbe voluto. Ma la figlia aveva in fondo scelto quel ruolo, di accudimento. Ci sono tantissime forme d’amore, e siamo qui per impararle.
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Mi chiamo Irene e sono il direttore di questo magazine on line, fondato con l’Associazione Culturale “Le Ciliegie”. Nel lontano 2003 mi sono laureata in Filosofia con 110 su 110 e lode, tesi in Bioetica sull’esistenzialismo francese, e proprio come Jean Paul Sartre, mio filosofo del cuore, ho idea che “terminerò la mia vita esattamente come l’ho iniziata: tra i libri”. Sono una giornalista culturale e una docente di Filosofia e Storia: il giornalismo è la mia scusa per scrivere, l’insegnamento la mia palestra. Ma la verità, dietro tutte queste maschere di carne, è che sono una scrittrice, e scorre inchiostro nelle mie vene.
Michele
15 Giugno 2024 — 21:45
Buona sera, gioisco quando sento storie simili alla mia, anche perché, ad essere illuminati a quanto pare, non è per tutti. E mi dispiace tanto… Anch’io l’ho tenuto nascosto per 30 anni, perché sapevo che nessuno mi avrebbe creduto e poi c’era il rischio che mi prendevano per pazzo, in quanto reduce di un incidente frontale con la moto… Mi fermo qui perché sono tante le grazie ricevute… okay grazie