Si tratta della sezione dell’Oceano Atlantico circoscritta tra Florida, Puerto Rico e arcipelago delle Bermude; la conosciamo tutti come “Il triangolo delle Bermude”, perché traccia in mare un immaginario poligono. Dagli anni Settanta del Novecento grazie allo scrittore Charles Berlitz, autore del best sellers “Bermuda, il triangolo maledetto”, questo luogo acquista un’aura di mistero dovuto all’alta incidenza di sparizioni e catastrofi di cui fu protagonista. Navi e aerei sin dagli anni Cinquanta furono infatti dichiarate disperse attraversando quella zona. I casi di cronaca forniscono il necessario input alle grandi produzioni artistiche, che decidono di appropriarsi del fenomeno, ancora inspiegato, e confezionano, in stile americano, un intrigante mistero. La narrazione pseudoscientifica utilizza dunque la Storia per decollare verso una lettura di tipo paranormale, fantascientifica, surreale, le ipotesi più fantasiose da allora si scatenano, e l’autore Richard Winer definirà il luogo, nel suo romanzo, “Il triangolo del diavolo”. Ufo, eventi inspiegabili, calamità fisiche ancora misteriose per la scienza, si alternano, pubblicazione dopo pubblicazione, per tentare di dare una risposta agli eventi inusuali, col risultato, però, di aprire sempre nuove domande, che si faranno punto di partenza ancora una volta per l’Arte, la Fantascienza, l’immaginazione, il Cinema. Tutti ormai se ne occupano, voraci lettori, fantasiosi scrittori, artisti, in un vortice di domande, a volte scomode, altre impertinenti ma sempre destinate a restare senza risposta. Una grande impresa letteraria, quella di tener viva la leggenda di una maledizione che, in realtà, secondo molti studiosi, non lo è. Da quanto emerge dalle indagini della Guardia Costiera sembrerebbe che i dati riportati siano stati falsati, e che la zona sia pericolosa a causa di condizioni meteorologiche spesso avverse, ma non particolarmente insidiosa rispetto ad altre. Se dunque oltre il visibile, qualche volta, si celasse unicamente una fervida fantasia?
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Mi chiamo Irene e sono il direttore di questo magazine on line, fondato con l’Associazione Culturale “Le Ciliegie”. Nel lontano 2003 mi sono laureata in Filosofia con 110 su 110 e lode, tesi in Bioetica sull’esistenzialismo francese, e proprio come Jean Paul Sartre, mio filosofo del cuore, ho idea che “terminerò la mia vita esattamente come l’ho iniziata: tra i libri”. Sono una giornalista culturale e una docente di Filosofia e Storia: il giornalismo è la mia scusa per scrivere, l’insegnamento la mia palestra. Ma la verità, dietro tutte queste maschere di carne, è che sono una scrittrice, e scorre inchiostro nelle mie vene.