Volti e pensieri dei più grandi filosofi tradotti nel linguaggio dei bambini: uno sforzo di immaginazione e talento che da Talete ci porta a Butler passando per Galileo, Bauman, Derrida e molti altri, tutti in una veste variopinta e nuova che non avevamo, forse, mai considerato.
Questa volta è un filosofo a dirlo: questa disciplina non è una cosa esclusivamente da adulti. Sono in fondo i primi loro, i bambini, a porsi quell’interrogazione tipica dei più stimati pensatori: perché? Ed è proprio l’infanzia “la stagione dei perché”, come la definisce Umberto Galimberti, autore dell’opera, quella fase della vita in cui ci si interroga con maggiore urgenza sull’esistenza e i suoi significati. Allora il filosofo prova a porgere la mano al bambino, anche quello che vive in sé, e riformula le grandi questioni in una forma semplice, che sempre prenda avvio dai problemi concreti. La descrizione dei grandi protagonisti della Storia del pensiero inizia così da una partita di pallone, un saggio di danza, da una liturgia familiare, la pagella a scuola, da una abitudine fanciullesca, un desiderio, un detto popolare: cose che persino un bambino, e soprattutto un bambino, è in grado di comprendere. L’incipit è importante, per la filosofia poi è essenziale. Come da una scintilla deriva immediatamente il ragionamento sequenziale, perché l’emozione infiamma la mente ma la logica la educa, e l’insegnamento risulta ludico, la lettura coinvolgente, lo stile essenziale ma non scontato. Sono piste, strade secondarie che i bambini possono percorrere per arrivare proprio lì, in quella agorà accogliente che è il mondo della cultura: questo non conosce certo sconti, e il percorso ricomincerà interamente, perché ogni età ha le sue salite, ma intanto l’autore ha mostrato una direzione, e l’ha fatto in maniera elegante, e col sorriso sulle labbra, lo stesso sorriso divertito che si scolpisce sul volto del lettore adulto che sfoglia le pagine di questo libro, e decide di regalarlo, come fosse un piccolo segreto, al bambino del proprio cuore.
“Perché? Storie e pensieri di 100 filosofi per ragazzi curiosi” di Umberto Galimberti.
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Mi chiamo Irene e sono il direttore di questo magazine on line, fondato con l’Associazione Culturale “Le Ciliegie”. Nel lontano 2003 mi sono laureata in Filosofia con 110 su 110 e lode, tesi in Bioetica sull’esistenzialismo francese, e proprio come Jean Paul Sartre, mio filosofo del cuore, ho idea che “terminerò la mia vita esattamente come l’ho iniziata: tra i libri”. Sono una giornalista culturale e una docente di Filosofia e Storia: il giornalismo è la mia scusa per scrivere, l’insegnamento la mia palestra. Ma la verità, dietro tutte queste maschere di carne, è che sono una scrittrice, e scorre inchiostro nelle mie vene.