Un’idea imprenditoriale che al giorno d’oggi coniughi estro e sostenibilità ha le carte in regola per essere di successo: se parla siciliano e valorizza i frutti più profumati delle nostre terre ha una marcia in più e se questi frutti si tramutano in semi di genialità il gioco è fatto. Enrica, Andrea e Giuseppe lavorano insieme in un’azienda che richiama ovunque i colori dell’arancio: dalla materia prima, gli scarti degli agrumi, al suo stesso nome, che usa la lingua inglese per mettere insieme il prodotto grezzo e quello finito, ovvero la fibra tessile. Spieghiamoci meglio: per la prima volta al mondo, dal 2014 si producono a Catania tessuti sostenibili utilizzando i sottoprodotti dell’industria di trasformazione degli agrumi. Si parte dagli scarti, in altre parole dal materiale che rimane dopo la spremitura, e si estrae da esso la cellulosa ai fini della realizzazione di un filato che può essere intrecciato con altre fibre, tessuto, tinto e confezionato in collaborazione con le realtà del settore tessile e moda. L’idea vincente (e ricorriamo ancora una volta alla lingua inglese per essere incisivi) è quella dell’upcycling, non del semplice riciclo, poiché la materia prima si riutilizza per costruire un prodotto finale che non perde, ma, al contrario, guadagna valore e aggiunge qualità. La conferma di quanto creativa e attraente sia l’idea è venuta da premi e riconoscimenti e da collaborazioni altisonanti; brand di alta moda come prêt-à-porter di fama nazionale e internazionale che hanno scelto questi filati per le proprie collezioni, progetti di architettura sostenibile ed esposizioni a importanti mostre.
Il perché le aziende di moda dedichino tanta attenzione alla sostenibilità, non è difficile da comprendere. Le tendenze vanno verso un nuovo concetto: fasto sì, ma anche gusto virtuoso; e un importante esempio di come alimentare un processo sostenibile insieme a taglio delle emissioni nocive, lotta alla sovrapproduzione, riduzione dei rifiuti e garanzia di buone condizioni di lavoro per i dipendenti è proprio la scelta di stoffe prodotte dagli scarti, che altrimenti andrebbero smaltiti con costi ingenti. È noto inoltre che, come già in passato, in quest’ultima stagione di raccolta il settore agrumicolo abbia incontrato non pochi problemi: l’Associazione Imprese Ortofrutticole Sicilia lo scorso ottobre ha, infatti, segnalato a mezzo stampa le difficoltà nel comparto a causa degli aumenti dei costi di gas, trasporti e manodopera.
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Sono Iolanda, giovane insegnante di Lingue straniere, traduttrice ed esterofila. Ho studiato a Catania e poi a Roma, passando per Madrid. Ci ho messo poco a capire che la mia vita sarebbe girata intorno al mondo della formazione dei giovani. Vorrei che tutti loro imparassero ad amare le culture straniere, oltre che le lingue. Perché gli idiomi sono strumenti che, allo stesso tempo, rivelano integrazione e tutelano identità.