Quale simbolo più della luna, con la sua “altra faccia” evoca, nel nostro immaginario, ciò che non si può osservare? Si dà però il caso che ciò che per eccellenza si colloca “oltre il visibile”, sia in questi giorni oggetto d’arte e d’osservazione. Si tratta di una iniziativa internazionale, datata 1 ottobre 2022 ma promossa sin dal 2010 dalla Nasa per stimolare la curiosità verso il nostro satellite attraverso la sua osservazione al telescopio. Per celebrare la Notte della Luna, sono state quasi duemila le serate organizzate in tutto il mondo e di queste diverse decine in Italia, da Trieste a Bergamo, da Ravenna fino a Roma, da Benevento a Siracusa. Un evento, dunque, che è in realtà una somma di eventi sparpagliati nel mondo e accomunati da una diretta online che ha permesso di vedere la bella protagonista con l’ausilio della tecnologia, e per cui si è scelta una foto simbolo che ha ormai fatto il giro del pianeta: una romantica luna piena dal colorito rossastro immortalata dal siciliano Dario Giannobile nel contesto di una superba Castiglione di Sicilia. Ma perché quella del primo giorno di ottobre del 2022 è stata una luna magica, ritenuta imperdibile e corteggiata dai più appassionati astrofili del pianeta? Forse non è stata più affascinante degli altri giorni, però la sua particolare posizione ha consentito una migliore possibilità di essere osservata, in quanto illuminata solo per metà. La luna al primo quarto, come hanno spiegato astronomi e osservatori abituali, in primis gli astrofili della UAI, consente la visione puntuale della sua superficie e dei crateri che la costellano. La Nasa ci ricorda che non serve disporre delle più moderne apparecchiature per catturarne il fascino: dalla fotografia, al telescopio, al binocolo, esistono mille strade per avvicinarsi al suo sfuggente mistero e davvero, a pensarci, in passato l’umanità ha usato i sentieri più sorprendenti, dalla poesia alla mitologia, dalla religione alla psicologia. La luna fa capolino, come simbolo esoterico, in tutte le culture, a partire dalle più antiche, e rappresenta sempre il femminile, l’elemento magico e imprendibile dalla razionalità: si collega all’inconscio, alla forza primordiale e generatrice e in alcune religiosità misteriche richiama l’occulto e la perdizione. Nella “Filosofia della Quarta via” Gurdjieff ammoniva “siamo cibo per la luna”, intendendo metterci in guardia dalle influenze del satellite sulla vita del pianeta, sulle nostre singole esistenze e sulle nostre scelte: un’influenza fisica o energetica che in diversa maniera e misura hanno affermato scienziati e astrologi, e su cui riflettiamo ogni tanto, contemplando il cielo, la sera, col naso in su, senza trovare risposta.
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Mi chiamo Irene e sono il direttore di questo magazine on line, fondato con l’Associazione Culturale “Le Ciliegie”. Nel lontano 2003 mi sono laureata in Filosofia con 110 su 110 e lode, tesi in Bioetica sull’esistenzialismo francese, e proprio come Jean Paul Sartre, mio filosofo del cuore, ho idea che “terminerò la mia vita esattamente come l’ho iniziata: tra i libri”. Sono una giornalista culturale e una docente di Filosofia e Storia: il giornalismo è la mia scusa per scrivere, l’insegnamento la mia palestra. Ma la verità, dietro tutte queste maschere di carne, è che sono una scrittrice, e scorre inchiostro nelle mie vene.