Un momento di crisi la avvicina all’esperienza del Reiki. Dall’iniziale benessere alla vocazione. Loredana Ilardo, operatrice olistica, racconta ai lettori di Spazi Esclusi cosa significa coniugare la ricerca spirituale al lavoro quotidiano, fino a rendere quest’ultimo un momento di Cura, e amorevole Servizio a beneficio degli altri.
Il Reiki è una pratica spirituale che ha origini antiche e fini terapeutici, quale impronta ha lasciato nella sua vita?
Tutti noi siamo energia e funzioniamo da canali: il ricevente entra così in contatto con l’energia universale. Rei-Ki significa proprio questo: energia vitale, e energia universale: il termine stesso indica una fusione tra la nostra energia, quella dell’individuo, con l’energia dell’universo.
Amore incondizionato, compassione e distacco dalla sofferenza. Questi i preziosi doni lasciati in eredità dal Reiki nella mia esistenza. La compassione è il pilastro anche del Buddismo, filosofia di vita e religione in cui credo. Riuscire a non farsi carico della sofferenza altrui è fondamentale: il distacco non equivale all’assenza di empatia ma è una forma di protezione necessaria. Reiki e Buddismo hanno qualcosa di simile: il potere di alzare le nostre vibrazioni.
Da cosa è nato il suo interesse verso il Reiki?
Dalla necessità di stare bene con me stessa, per poi tramutare questo in servizio per gli altri. L’ego è quel piccolo Io che deve subentrare quando c’è una forma di pericolo, e che ha il compito di proteggerci. A questo ho voluto limitare il suo ruolo nella mia vita. Io sono più viscerale e passionale che egoica, evito ad esempio la competizione con gli altri, non la amo e il Reiki, del resto, non è competizione. Non sono una leader, sono una persona che vuole aiutare gli altri nel contesto della comunità.
È ideatrice di un massaggio innovativo, che include anche il Reiki, nella sua pratica quotidiana.
Introdussi il Reiki nel mio lavoro di massaggiatrice: notai il benessere che questo produceva. Una calma psicofisica sembrava dare sollievo ai miei clienti, e questo comportava spesso, dopo alcune sedute, una più pronta risoluzione dei loro problemi più urgenti. C’era qualcosa che produceva in loro un cambiamento interiore: dall’affidarsi a me, alla fiducia come atteggiamento generale, spesso in grado di pacificare le questioni più spinose, relazionali o psicologiche che attraversavano le loro esistenze.
Bisogna trovarsi già in una situazione di equilibrio per poter somministrare un massaggio efficace in tal senso?
Se non stiamo bene noi, non possiamo dare serenità agli altri. L’equilibrio è una condizione imprescindibile. Una persona complessa deve prima attraversare un percorso profondo, affrontare i propri demoni e scardinare l’Ego. Io sono ad esempio sempre stata una persona poco egoica e molto spirituale, sono entrata in punta di piedi e con grande umiltà in questo mondo.
Questo del resto mi ha insegnato il buddismo: per ogni problema esiste una soluzione. Sono una persona pratica e ho lavorato molto sulla mia emotività grazie al Reiki. “Sconfinavo” spesso, superando i limiti della mia capacità di sopportazione della sofferenza mia e altrui. Sono riuscita a distaccarmi e vedere la sofferenza da spettatrice, non da protagonista.
Un esempio di funzione terapeutica del Reiki?
Io stessa ne sono stata protagonista, lavorando a San Raffaele di Milano, con i malati terminali. Nel 2007 ho assunto l’incarico come dietista, sono poi stata spostata in altri ospedali e al Buzzi trovai molti colleghi reikisti soprattutto in oncologia pediatrica. Fui invitata a collaborare con loro a fine turno lavorativo, per dare sollievo ai malati terminali, non solo oncologici. L’esperienza fu breve ma illuminante. I pazienti, vigili o meno, si affidavano e molto spesso sorridevano, o se in sensi ringraziavano, confermando l’efficacia del Reiki per sconfiggere il dolore fisico. Siamo stati dei canali, ma il Reiki agisce con intelligenza e sa dove deve arrivare.
A chi consiglieresti un trattamento Reiki?
A tutti, soprattutto però a chi non crede possa funzionare, e a chi si trincera dietro il proprio Ego e orgoglio. Il Reiki è trasformativo, è un dono che cambia chi lo fa e chi lo riceve.
Foto di Valentina Giuffrida
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Gregoria Mirabella
15 Agosto 2022 — 20:20
Mi piacerebbe saperne di più