Stiamo vivendo il pieno dell’estate: attorno a noi il mondo ha ripreso a muoversi e la gente ritorna a godere dei piaceri del viaggiare. I turisti più esigenti, nella ricerca di mete meno battute ed esperienze mai provate, potrebbero spezzare la routine post pandemica puntando su una vacanza digital detox, no –wifi, magari con tanto di digital life coaching. Ma di cosa stiamo parlando esattamente? Dietro alle etichette rigorosamente in lingua inglese si cela un sistema creato di recente ma ben consolidato che risponde a un problema sociale reale, la dipendenza digitale. Tutto è partito da una ricerca di mercato: Yougov Plc, ente di ricerca britannico, ha infatti indagato già nel 2008 sulle ansie e sulle dipendenze dei giovani tra i 18 e i 29 anni, individuando nella nomofobia (da no-mobile- phobia, ovvero il terrore di non poter utilizzare il proprio dispositivo mobile) una nuova malattia. A questa indagine sono seguite molte altre ricerche e approfondimenti soprattutto nell’ambito della psicologia, in Italia e all’estero. Proprio i ricercatori dell’Università di Genova nel 2014 hanno proposto che la nomofobia fosse annoverata tra i disturbi del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.
Diventa sempre più urgente, oltreché socialmente interessante, affrontare la spinosa questione prevenendo, oltre che curando, questa forma di assuefazione alla tecnologia digitale tramite una serie di creative soluzioni, tutte finalizzate a farci vedere il bello che è davanti i nostri occhi senza la mediazione di alcuno “schermo”. Ben vengano tutti i percorsi di allenamento all’indipendenza da app e social network che non hanno fatto altro che accelerare l’isolamento sociale di giovani e meno giovani (nel 2019 è nato a Milano il primo centro medico in Italia per la disintossicazione da un uso scorretto delle nuove tecnologie), ma di gran lunga più ammiccante è la prospettiva di una purificazione da stress digitale come quella del viaggio a tecnologia zero. Grandi tour operator come I Viaggi dell’Elefante, solo per fare un nome, ne fanno una delle proprie bandiere con tanto di proposte e pacchetti, dal lusso 2.0 alle alternative per tutte le tasche al fine di far lentamente riaffiorare la connessione con sé stessi e con le meraviglie dell’arte e della natura, che per essere immortalate hanno bisogno soltanto dei nostri occhi nudi. Tra le proposte del sito web siviaggia.it ci sono per esempio Mulranny in Irlanda, per lasciarsi trasportare dal vento durante una passeggiata a cavallo sulla spiaggia o Wild Taiga in Finlandia, circondati dalla fauna selvatica o ancora la Franciacorta, meta ideale di slow-tourism. La rivista Travel&SPA nell’estate del 2021 ha definito i viaggi digital detox come la nuova frontiera del benessere, consigliando a chi fosse realmente motivato a lasciare a casa orologio e cellulare di organizzarsi rispettando queste regole: creare equilibrio tra attività e riposo, alternare momenti di pace a occasioni di contatto sociale, affidarsi a personale competente per gli esercizi di meditazione, eseguire attività manuali. Insomma, viaggiate informati e disintossicati!
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Sono Iolanda, giovane insegnante di Lingue straniere, traduttrice ed esterofila. Ho studiato a Catania e poi a Roma, passando per Madrid. Ci ho messo poco a capire che la mia vita sarebbe girata intorno al mondo della formazione dei giovani. Vorrei che tutti loro imparassero ad amare le culture straniere, oltre che le lingue. Perché gli idiomi sono strumenti che, allo stesso tempo, rivelano integrazione e tutelano identità.