Mentre noi comuni mortali cerchiamo la bellezza nel mondo, lei l’ha trovata, in data 21 luglio 2022, fuori dal mondo. Era già accaduto ad Alexei Leonov nel 1965, ma adesso è una donna, la prima in Europa, ad aver avuto l’onore e la capacità dopo lungo addestramento, di “passeggiare nello spazio”. Samantha Cristoforetti è in orbita dal 27 aprile scorso per la missione europea Minerva, la seconda per lei, dopo la precedente missione detta “Futura” che l’ha impegnata tra il 2014 e il 2015. Da allora la conosciamo come “AstroSamantha”, si è imposta all’attenzione dei media, ha ridimensionato il concetto di sogno, rendendone alcuni che credevamo improbabili finalmente accessibili, o almeno così in apparenza, perché se una cosa la guardi in televisione diventa all’improvviso reale. Si è molto parlato delle conquiste femminili: non è facile per una donna arrivare ai vertici di una carriera, anche quando meritevole, eppure l’entusiasta astronauta ci dimostra che non esiste un posto assegnato per la donna, e che una donna purché lo voglia può stare dovunque, ancor di più se spinta dalla volontà e dalla preparazione, e che superare i limiti è difficile per chiunque, uomo o donna che sia, ma possibile. L’impresa del collega russo era durata dieci minuti, oggi una passeggiata spaziale può durare fino a otto ore, ed è indispensabile per testare apparecchiature e condurre esperimenti per le imprese future. Non è sola Oleg Artemyev, il collega russo, è lì in orbita con lei, eppure tutti i riflettori sono puntati sulla donna, e il suo soprannome diventa sinonimo di qualcosa di sconfinato, ambizioso, bello. E poi ammettiamolo sì, trovare incontaminata bellezza sulla terra è diventata un’impresa sempre più complicata o accessibile a quei pochi impenitenti ottimisti, molto più semplice sollevare la testa e guardando il cielo sognare, misurando con l’immaginazione distanze interplanetarie: lei lo fa sul serio e con la più sofisticata tecnologia, e pone così sempre nuova linfa ai nostri vaghi sogni! Grazie Samantha!
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Mi chiamo Irene e sono il direttore di questo magazine on line, fondato con l’Associazione Culturale “Le Ciliegie”. Nel lontano 2003 mi sono laureata in Filosofia con 110 su 110 e lode, tesi in Bioetica sull’esistenzialismo francese, e proprio come Jean Paul Sartre, mio filosofo del cuore, ho idea che “terminerò la mia vita esattamente come l’ho iniziata: tra i libri”. Sono una giornalista culturale e una docente di Filosofia e Storia: il giornalismo è la mia scusa per scrivere, l’insegnamento la mia palestra. Ma la verità, dietro tutte queste maschere di carne, è che sono una scrittrice, e scorre inchiostro nelle mie vene.