Quante volte avremmo voluto che un sogno ad occhi aperti si fosse per incanto tramutato in realtà? E quante invece abbiamo sospirato la fatidica frase “Se fosse vero!” al termine di un viaggio onirico particolarmente gratificante… Se queste esperienze sono comuni a tutti, di certo solo in pochi hanno avuto il privilegio di poter affermare in sogno “tanto è solo un sogno!” perché il più delle volte non ce ne accorgiamo ma siamo i protagonisti indiscussi, come nella vita, delle vicende vissute nel mondo onirico, e così proviamo le stesse sensazioni della vita diurna, ansia, emozione, angoscia, batticuore, paura. Tuttavia a volte il sospetto si affaccia. E se stessi sognando? È però solo quando si traduce in certezza che ci troviamo di fronte a una speciale tipologia di esperienza, il sogno lucido. Ma di cosa si tratta esattamente, e in cosa dista da un sogno ordinario? È un sogno di secondo livello, in cui il sognatore è cosciente di vivere “al presente” l’esperienza onirica, tanto da poterla dirigere a proprio piacimento. Non siamo dunque solo attori, ma anche consapevolmente i registri del nostro sogno, e per una volta con buona pace dei freudiani non esploriamo disarmati la giungla dell’inconscio ma siamo in grado di comandare al misterioso serbatoio represso quali oggetti tirare fuori dal suo cilindro. È divertente, ammettiamolo. Possiamo ricreare la casa dei nonni dell’infanzia, rivederne le stanze, pervase dall’odore dei dolci che preparavano per noi in forno, e poi decidere di incontrarli in quell’ultima stanza che aspetta lì, semichiusa, che la nostra curiosità la solchi, sì perché siamo i registi ma possiamo ancora stupirci della scenografia in apparenza apparecchiata da qualcun altro. Oppure possiamo decidere di attraversare una città straniera, e osservare i suoi abitanti e fermarci con loro a discutere, e fare delle domande inopportune perché tanto niente è reale e qualcuno forse ci risponderà con quell’informazione giusta, sepolta dentro di noi, a cui nella veglia non abbiamo accesso. Se nella vita siamo a dieta durante un sogno lucido possiamo mangiare a volontà, certi di non mettere su un etto, ma con una tale gratificazione dei sensi da pensare a tratti: ma davvero è poi solo un sogno? Queste e molte altre sono le gioie che il sogno lucido può riservare all’onironauta consapevole. Ma anche questa competenza, in molti casi spontanea, può essere allenata. Alla Stantford University è stata messa a punto una tecnica definita “Mild” (Mnemonic Induction of Lucid Dreams, Induzione mnemonica di sogni lucidi) che si basa su una focalizzazione cosciente di ciò che si vuole vivere in sogno; la tecnica consiste nel ripetere mentalmente che vorremmo vivere un sogno in stato di perfetta coscienza, prima dell’addormentamento. Un altro passaggio consiste poi nell’immaginare quello che effettivamente vorremmo sognare fino al sopraggiungere del sonno, tanto da rendere sfumato e con la pratica via via più sottile il passaggio dalla realtà al sogno.
Foto copertina di Valentina Giuffrida
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Mi chiamo Irene e sono il direttore di questo magazine on line, fondato con l’Associazione Culturale “Le Ciliegie”. Nel lontano 2003 mi sono laureata in Filosofia con 110 su 110 e lode, tesi in Bioetica sull’esistenzialismo francese, e proprio come Jean Paul Sartre, mio filosofo del cuore, ho idea che “terminerò la mia vita esattamente come l’ho iniziata: tra i libri”. Sono una giornalista culturale e una docente di Filosofia e Storia: il giornalismo è la mia scusa per scrivere, l’insegnamento la mia palestra. Ma la verità, dietro tutte queste maschere di carne, è che sono una scrittrice, e scorre inchiostro nelle mie vene.