“Niente dura per sempre” rappresenta la frase consolatrice della fine di ogni rapporto, ma a volte la natura ci sorprende a tal punto da sfatare ogni certezza del nostro mondo. In questo ne sono campioni assoluti dei piccoli abitanti dell’ambiente marino: i cavallucci marini. A prima vista potrebbe sembrare quasi un errore chiamarli pesci per la forma del loro corpo molto diversa dai loro simili. Tale forma non permette loro di nuotare velocemente o di vivere in acque troppo agitate. Nuotano per mezzo delle pinne pettorali e della dorsale assumendo la tipica posizione verticale. Vivono soprattutto in acque basse e costiere ricche di alghe e Posidonia oceanica tra le quali si mimetizzano. Grazie alla loro tipica coda prensile riescono ad ancorarsi alla vegetazione o a qualsiasi oggetto abbandonato in mare come le cime. Altra particolarità è la posizione del capo, disposto ad angolo retto rispetto al corpo e la presenza di occhi mobili. Sul capo si trova il muso allungato, con una forma equina a cannuccia, che termina con la piccola bocca. La loro colorazione è molto variabile grigio-bruno, marrone parzialmente marmorizzato o giallo con alcuni punti bianchi. Il rapporto di coppia e la modalità riproduttiva dei cavallucci marini sono molto complesse e affascinanti rispetto a quella di molte altre specie viventi. Protagonisti assoluti di una delle più belle e romantiche storie d’amore del mondo sommerso, simbolo di fedeltà e lealtà reciproca. Durante la loro vita, infatti, si vedono spesso nuotare fianco a fianco come se eseguissero dei balli. La loro storia inizia come una delle tante ma raggiunge il suo apice con l’atto d’amore unico e spettacolare della nascita di una nuova vita. A differenza della maggior parte degli animali, compreso l’uomo, questi fantastici animaletti sono monogami. Una volta scelto un partner non lo cambiano più e rimangono insieme per tutta la vita. Quando uno dei due della coppia muore l’altro raramente cerca un nuovo compagno e rimangono nello stesso sito spostandosi solo nell’arco di qualche metro. Tutto ha inizio con il corteggiamento, di solito al sorgere del sole, con una vera e propria danza nunziale della durata di circa sei minuti. Una volta suggellato il loro amore i due amanti incrociano le loro code e iniziano a danzare uniti. A questo punto la femmina depone le uova dentro la sacca incubatrice, una sorta di marsupio, del maschio dove vengono fecondate e allevate. Durante l’incubazione la femmina farà visita al compagno ogni giorno per compiere le rituali danze di conferma del loro amore. Dopo circa un mese, grazie a contrazioni muscolari, dal papà nasceranno circa 1000-2000 piccolissime creature autonome. Alla fine del parto ripulisce bene la sua tasca marsupiale in modo da renderla pronta a ricominciare un nuovo processo riproduttivo sempre con la sua esclusiva compagna. Il maschio risulta quindi parte fondamentale sia della riproduzione che della gravidanza. Tutto il ciclo riproduttivo avviene durante la primavera-estate. Anche in mitologia ritroviamo questo grande atto d’amore. Infatti, una leggenda narra di due cavalli che si amavano da tanto tempo, ma un giorno si ritrovano inseguiti da un branco di cani selvaggi. I due iniziarono a correre il più velocemente possibile per sfuggire ai predatori, ma dopo una lunga fuga, si trovarono sul ciglio di una scogliera a picco sul mare. Il branco si avvicinava sempre di più così che i due cavalli decisero che una morte libera e insieme sarebbe stata meglio che finire predati. Si gettarono nel precipizio ma, mentre stavano per affondare accadde qualcosa di magico. I loro corpi iniziarono a trasformarsi e iniziarono a respirare. Le zampe posteriori si unirono a formare una coda e quelle anteriori in piccole pinne. Così i due purosangue divennero due piccoli cavallucci marini.
Foto di Alessia Condorelli
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Sono Alessia, laureata in Scienze Biologiche indirizzo Biologia Marina presso l’Università degli Studi di Catania e da sempre affascinata dall’ambiente marino. Crescendo è diventato parte fondamentale della mia vita come le immersioni subacquee che mi hanno permesso di ammirare dal vivo le meraviglie che popolano questo mondo. Purtroppo oggi questo ambiente è fortemente minacciato da noi stessi, da qui l’idea di trasmettere una maggiore conoscenza del “Pianeta Blu” che ci permetta di viverlo e rispettarlo con maggiore coscienza.