“Nasciamo con una stella disegnata in fronte.
E non c’è mala sorte o caso fortunato.
La sua scia sarà il nostro ineluttabile cammino”.
L’uomo, come ogni altra forma di vita, è frutto di ogni singola cosa, persona o evento lo abbia preceduto: generazione dopo generazione una somma di piccoli tasselli si uniscono per dar vita ad ogni singolo individuo. E ogni pensiero, gesto o decisione apparentemente frutto del nostro libero arbitrio in verità sono solo il perfetto incastro di mille piccole componenti. Ecco che allora, davanti a certe dinamiche apparentemente inspiegabili, l’essere umano si è difeso creando dei concetti che rendessero più accettabili tali circostanze. Ecco apparire ora la sorte avversa ora la fortuna. Quante e quante azioni sono state compiute, con tutto il peso delle loro conseguenze, in nome di tali concetti illusori. Corni rossi e gobbe da toccare, quelli che nascono con la camicia e quelli a cui non ne va bene una, chi vince la lotteria e chi non ha mai fatto ambo e così all’infinito: ci ritroviamo a guardare la vita sentendoci tutti un po’ Paperino e invidiando un po’ Gastone.
Fortuna, dea bendata al tempo dei Romani, mossa dalla volontà divina come riteneva Dante e tutto il pensiero medievale o contrapposta alla Natura secondo il pensiero di Boccaccio: mille innumerevoli sembianze fino ad arrivare all’idea moderna, indistinta e sfuggente, specchio di quella confusione di pensiero che distingue l’uomo d’oggi. Forse, osservando bene colui che viene reputato fortunato, scopriremmo una persona attenta a ciò che accade e pronto nel cogliere al volo le occasioni ma pur sempre legato a quello che è il suo più intimo percorso. “Ripugna allo spirito umano accettare la propria esistenza dalle mani della sorte, esser null’altro che il prodotto caduco di circostanze alle quali nessun dio presieda, soprattutto non egli stesso” (Marguerite Yourcenar). E concordo con Coelho quando scrive: “Se potessi, mi piacerebbe scrivere un’enorme enciclopedia riguardante solo le parole fortuna e coincidenza.” (Paulo Coelho)
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Sono Marina, dipingo su porcellana e mi dedico all’insegnamento di quest’arte. Cerco di trasmettere l’amore per il bello e per tutte le forme d’arte, da sempre linfa vitale che alimenta un viaggio nel mio io più profondo. La notte il viaggio si trasforma in parole che corrono veloci: i miei pensieri prendono vita e divengono pensieri di tutti.