È l’uscita dal tunnel buio o un nuovo motivo di preoccupazione? Sembrerebbe un paradosso, ma a una buona percentuale della popolazione il pensiero di un vaccino ultimato in tempi record desta più paura del Virus che dovrebbe sconfiggere. Ci siamo accostati timidamente, medici e operatori sanitari tutti hanno dato il buon esempio: bisogna fidarsi e credere nella Scienza, questo il messaggio del loro gesto, un buco al braccio sinistro e qualche lacrima di commozione e speranza. Sono diventati i nuovi eroi, poiché si sono “immolati per primi” o perché hanno avuto accesso a un privilegio? Da come è andata la glorificazione social sembrerebbe che nel sentire comune sia valida la prima opzione. Poi il bombardamento mediatico mirato a convincerci della buona etica della vaccinazione, e qualche deterrente per chi ancora vacilla: ma non sarebbe meglio una buona informazione scientifica, che possa tranquillizzare e avvertire dei rischi, piuttosto che lasciarci in balia dei predicatori del complotto al contrario degli entusiasti della cura? Viviamo di opposti: mai come oggi la società si divarica. O si trama alle nostre spalle, tingendo di fosco ogni novità, o si edulcora eccessivamente esaltando “le magnifiche sorti, e progressive”. Ma dove abbiamo lasciato il vecchio buonsenso, spia interiore segnalatrice del bene, la virtù come medietà, cara ai greci, l’antica eredità della saggezza delle civiltà trascorse? Sembra che oggi sia necessario schierarsi, quasi moralmente inevitabile, la prudenza non trova posto tra le qualità apprezzate. Meglio giocarsela ai dadi, e avere un cinquanta per cento di riuscita. La nostra società si basa sulla fortuna, sul conflitto tra teorie estremiste e radicali, e si presenta oppositiva, più che armonica, ma ciò che è peggio tende ad essere persuasiva, e a voler sedurre emozionalmente. Solo l’emozione è in grado di trascinare verso uno dei due estremi, altrimenti la ragione ci condurrebbe, per sua natura, a posizioni meno drastiche, più oculate e moderate. Così abbondano spot di sensibilizzazione per la campagna di vaccinazione in cui cadono veli e vetri che ci separano, ma siamo ancora in attesa di un linguaggio che punti alla logica, più che al cuore. La ragione odia il bivio. Marketing, satira, idee radicali e attacchi al governo fanno spettacolo, ma non un buon servizio per chi confessa di essere ancora un po’ confuso, e dover maturare una propria posizione. Sul vaccino oggi, chissà su cos’altro domani. Ma la nostra è una società che non aspetta, e non tollera la pacata riflessione. Bisogna agire presto, e con convinzione. Tanto più quando a inseguirci, e pressarci, c’è un mostro invisibile che si infila dovunque. E scatena diatribe, guerre e inimicizie, in primo luogo del pensiero, anziché unirci per una difesa compatta, come sarebbe più logico, e conveniente. Ma la ragione, come si diceva, c’entra ben poco con le dinamiche sociali dei nostri tempi.
Copyright ©️ 2020-2030, “Spazi Esclusi” – Tutti i diritti riservati.
Mi chiamo Irene e sono il direttore di questo magazine on line, fondato con l’Associazione Culturale “Le Ciliegie”. Nel lontano 2003 mi sono laureata in Filosofia con 110 su 110 e lode, tesi in Bioetica sull’esistenzialismo francese, e proprio come Jean Paul Sartre, mio filosofo del cuore, ho idea che “terminerò la mia vita esattamente come l’ho iniziata: tra i libri”. Sono una giornalista culturale e una docente di Filosofia e Storia: il giornalismo è la mia scusa per scrivere, l’insegnamento la mia palestra. Ma la verità, dietro tutte queste maschere di carne, è che sono una scrittrice, e scorre inchiostro nelle mie vene.