Che sia Batman o Guy Fawkes gli eroi mascherati e tormentati dietro ad una maschera, in cerca di giustizia ci affascinano sempre. Ma cosa succede se incontriamo Freddy Krueger? Se dietro una maschera mostruosa ci fosse proprio un mostro? I riferimenti cinematografici non si contano e spesso il confine tra finzione e realtà è sottilissimo. Ricordiamone alcune. Indimenticabile Anthony Hopkins nelle vesti dell’ex psichiatra e criminologo Hannibal Lecter, indossando camicia di forza e quell’ inquietante mascherina mordace “anticannibalismo”. Eppure dietro alla maschera, il personaggio creato dalla penna di Thomas Harris, è realmente vissuto. Molte furono le fonti di ispirazione ma tutto inizia nella prigione di Stato di Nuevo Leon, a Monterrey (Messico) in cui Harrir si era recato per intervistare un detenuto. Ma le vie della prigione messicane sono infinitamente inquietanti, così si imbatte in un altro detenuto condannato all’ergastolo, un certo dott. Alfredo B. Trevino, anche se lo scrittore userà sempre lo pseudonimo Salazar. Ma chi era questo piccolo uomo snello, a dire di Harris, dotato di una certa eleganza? Sì perché fu proprio questo tratto ad attrarlo quella “eleganza che si portava addosso”. Alfredo B. Trevino era un medico dichiarato colpevole di aver ucciso il suo compagno e amante, Jesús Castillo Rangel. Accoltella l’amante e ne occulta il corpo facendolo in tanti piccoli pezzi in modo da farli entrare in una scatola e seppellirla. Forse il dottore ha un pochino traviato il rito della capsula del tempo! Scoperto l’orrido omicidio del compagno fu condannato alla pena di morte. Tuttavia, la sua pena fu commutata in 20 anni di carcere così una volta uscito dal carcere continuò a lavorare come medico fino alla sua morte nel 2009 per cause naturali. Altra maschera famosa per i suoi orrori è certamente, il pagliaccio assassino John Wayne Gacy alias Pogo il Clown. Anche in questo caso numerosi sono i riferimenti cinematografici, tutti siamo stati svegli la notte pensando a Pennywise con un palloncino in mano. Eclatante fu la scoperta dei suoi omicidi perché si trattava di un uomo apparentemente rispettabile, stimato dalla sua comunità e un buon padre di famiglia, insomma il vicino della porta accanto che ti ricambia sempre con un saluto gentile. Gli piaceva intrattenere i bambini alle feste nelle vesti di un personaggio da lui stesso creato Pogo il Clown, da qui nasce il soprannome del killer clown. Sì, perché dietro al volto incerottato si nascondeva un mostro! Questo rispettabile uomo dietro al sorriso sinistro e malinconico da clown nascondeva nella cantina del focolare domestico trentatré ragazzi che aveva adescato, violentato e brutalmente ucciso. Risparmiandoci i dettagli più crudi, una volta scoperta la cantina degli orrori fu processato e condannato a morte. In carcere realizza numerosi autoritratti che rappresentavano clown tristi e nel 1994 fu giustiziato. Sono solo alcuni esempi di una lunga storia di cronaca nera dove il volto del male si maschera con il viso dell’eleganza e della rispettabilità. Secondo C.G. Jung “conoscere la propria oscurità è il metodo migliore per affrontare le tenebre degli altri” ma forse non saremo mai veramente preparati per affrontare questo tipo di tenebre.
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Sono Simona, avvocato, docente di Diritto e criminologa. Laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Catania. La curiosità verso quei circuiti e/o cortocircuiti della mente e dell’ambiente circostante mi ha portato ad esplorare tanti micro mondi lasciati nell’ombra. L’obiettivo è quello di dare visibilità agli invisibili, raccontando il mondo con serietà ed una buona dose di ironia. Ispirata dalla ricerca di quella Dea cieca che spinge una “mini-toga” a guardare sempre avanti con impegno. Il mio biglietto da visita: “Lo si voglia o non lo si voglia, io giustizia e verità impongo!” (Dario Fo).