Di Eugenio Patanè.
Attore, autore e regista. Si occupa di attività laboratoriali e didattica teatrale nelle scuole e presso alcune Comunità Terapeutiche Assistite, a indirizzo psichiatrico. Da anni è impegnato nell’ambito della ricerca e della formazione teatrale in Sicilia.
L’ultima volta che ho recitato in palcoscenico risale a circa quattro mesi fa.
Dicembre 2020. Dopo giorni di pioggia battente è finalmente uscito il sereno o almeno così pare. Camminando avverto la percezione di trovarmi in una delle opere del Maestro sciclitano Piero Guccione, uno dei più grandi e indiscussi artisti e incisori contemporanei, da molti chiamato il “pittore del cielo e del mare”. Cammino a passi svelti verso una delle scuole in cui ho la fortuna di lavorare svolgendo laboratori di lettura animata e scrittura creativa all’interno di un progetto più ampio chiamato La Magia del Libro, nato dall’iniziativa di un gruppo di lungimiranti e sapienti insegnanti innamorate della lettura e ben consapevoli dei suoi benefici. A ricordarmi di questa fortunata possibilità ossia di poter lavorare in questo preciso momento storico sono soprattutto i tanti amici e colleghi del comparto dello spettacolo che, a causa della chiusura al pubblico dei teatri e di tutti i luoghi di cultura, vivono con grave avvilimento e preoccupazione non soltanto il presente letteralmente paralizzato dall’epidemia di COVID-19, ma soprattutto l’incertezza del futuro.
Un futuro che ci obbliga a pensare – oggi – cosa sia importante fare e cosa no, che ci induce a ridimensionare tutto, ma che ci esorta anche a desiderare fortemente, a sperarein un calo di contagi. Per chi? Per noi, per i nostri cari, gli affetti, gli altri, tutti quanti. E perché? Perché ogni nuovo giorno rappresenta per qualunque essere umano l’ennesima partita in questa orribile roulette russa chiamata pandemia. E non passa notte durante la quale io non mi chieda quando finirà quest’incubo, quando riusciremo a prenderci seriamente cura di noi stessi e degli altri. Si ha la sensazione che il virus sia stato affrontato in maniera inadeguata anchedalla maggior parte dei leader mondiali, preoccupati per lo più dalle ricadute del contagio sull’economia. Quale sorte avrà allora e saprà meritarsi l’umanità? Quella di un incremento di negazionisti che nel corso dei secoli hanno saputo conquistarsi l’appellativo di “falsificatori della storia” e che forse verranno ricordati per aver negato l’esistenza del coronavirus e dunque le innumerevoli morti a esso legate, con chiacchiere pappagallesche durante i loro frastornanti agglomerati di gente?
Perfino l’azzurro del cielo si spaura e cambia colore, d’improvviso scurisce e incombono le nubi. Per fortuna però sono già arrivato al cancello della scuola. Mentre aspetto che lo aprano sento una piccola goccia di pioggia scivolarmi sull’occhio, poi sul naso e infine ne avverto tre sui capelli. Inizia a piovere, eppure c’è il sole! E come ogni volta ripenso a Lode all’inviolato di Franco Battiato in cui “le nuvole non possono annientare il sole.” Finalmente aprono il cancello. Entro e dopo aver salutato le collaboratrici scolastiche all’ingresso mi dirigo verso la classe dove ad attendermi ci sono loro, i miei piccoli soli. Con loro e per loro vorrei quest’esistenza più umana; vorrei ricordare loro che Ciò che è bello non muore mai, ma diventa un’altra bellezza: polvere di stelle o schiuma di mare, un fiore o un’ala di uccello (Thomas Bailey Aldrich).
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Luciana
23 Dicembre 2020 — 19:02
Eugenio, persona di cuore,capace di ascoltare e farsi ascoltare.
Trasmette pace e serenità interiore, capace di farti sentire come se ci si conoscesse da sempre ,pur conoscendosi da poco.
Sensibilità sopra le righe….
Il mio augurio?! Che ognuno possa incontrarlo almeno una volta nella vita…a noi è capitato…. LAMPEDUSA 2020 ❤️