Un’altra notizia di cronaca, femminicidio, un raptus dicono, eppure spesso non è che una morte annunciata. Poteva denunciare, e Chissà cosa avrà combinato per provocare quel poveraccio; il confine tra vittima e colpevole è talmente labile, evanescente. Donne uccise due volte, dall’assassino e dal giudizio sociale. Inevitabile parlarne con la mia amica Stefi Pastori Gloss che da anni è impegnata in una battaglia da donna per le donne; ho accanto il suo libro “Rinascite ribelli”. Stefi è appassionata, battagliera, ironica e forte. Sentirsi colpevoli è un paradosso eppure è uno dei motivi per cui non si denuncia. Mentre parliamo immagino queste donne che non ce l’hanno fatta, sono lì, ad aspettare qualcuno, in piedi, sulla riva di un fiume le cui acque sfiorano dolcemente i loro piedi fino alle caviglie. “Anche tu devi andare di là?” mi domanda una brunetta con gli occhi grandi e tristi, senza alcuna luce. Guardo oltre il fiume, la riva opposta, una spiaggia rossa con rocce a picco alte e scure. Lo scenario ricorda un inferno dantesco. Stefi ha lo sguardo puntato su quelle rocce: “Stanno andando dall’altra parte, dove le abbiamo collocate noi. Un uomo le ha uccise e la società le ha condannate. Anime pronte per l’Inferno”. Il loro Caronte è arrivato. Il gruppetto si volta indietro, per un secondo incrocia il nostro sguardo poi, mite, rassegnato, sale su quell’imbarcazione, non si ribella, non piange, non urla, sale e basta. Loro non possono più fare nulla, ma noi sì. Noi possiamo urlare, difendere, incoraggiare prima che sia troppo tardi. Stefi dedica la propria vita a dar voce alle donne affinché trovino il coraggio e la forza di venir fuori dal loro inferno in terra. “Reagire, smettere di sentirsi colpevoli, perdonarsi, riprendersi la vita si può e si deve”, ma occorre rinascere ribelli. Torno con gli occhi all’articolo sull’ennesimo femminicidio e penso a quanto abbia ragione Stefi quando scrive: “Il mio è un libro da non leggere se vogliamo restare nel caldo brodo dell’inconsapevolezza”. E noi?
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Mi chiamo Barbara, diplomata in pittura all’Accademia di Belle Arti di Perugia, sono da sempre appassionata di Arte e Antiquariato. Amo associare l’idea di viaggio a quella di immersione nell’arte, ritenendo il mondo un prezioso scrigno colmo di tesori. La scrittura di racconti e la compagnia dei libri sono la mia vita ed è a loro che mi dedico con passione perché, citando Umberto Eco, “chi legge avrà vissuto 5000 anni, c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito…perché la lettura è un’immortalità all’indietro”.