Che siano digitali o filosofiche, occhio alle caramelle! Così nella rubrica di argomento giuridico si accenna a quelle da non accettare: tempi e modi dell’adescamento ai minori in internet, mentre in quella letteraria mettiamo in guardia dalla confusione, aforismi che si sciolgono in bocca hanno un indubbio potenziale distruttivo. Ma prima di passare al dolce, “Spazi Esclusi” serve dell’ottimo sushi, nella rubrica di Scienza, con allegate le istruzioni per l’uso. Un saporito banchetto nuziale sarà il contesto delle confessioni dell’amante seriale che già imparate a conoscere, e che non mancherà di riservarvi delle sorprese conducendovi nei meandri della sua contorta psicologia, e altre complicazioni sempre in atto le apprenderete grazie all’Analisi Transazionale e alle sue geometrie disfunzionali, di cui ci parlerà la psicologa di redazione. Fuori dalla metafora culinaria ci siamo già, e allo stesso modo troverete in questo numero molto altro, inclusi i consueti luoghi invisibili che a noi sempre piace illuminare con i riflettori del giornalismo culturale, e magicamente farli apparire nello spazio definito di 500 parole, perché con un limite e una scadenza la creatività non riduce ma amplia il suo potenziale, e così anche l’immaginazione risulterà potenziata nei luoghi visibili solo alla fantasia della Giudecca catanese. Viaggi meno immaginari sono quelli proposti nella rubrica linguistica, dove spesso gli italiani sono smascherati nella loro nazionalità nonostante l’ottimo inglese, il motivo non si vede eppure c’è, basta leggere l’articolo per scoprirlo, e scoprirete, leggendo interamente il magazine altri interessanti realtà, magari non invisibili ma di certo poco guardate, come quella dell’affido: l’ha osservata per noi, da vicino, la nostra redattrice specializzata in ambito sociale, e poi la racconta, intingendo la penna in un inchiostro non solo burocratico, ma soprattutto emotivo. E ancora muovendoci lecitamente Oltre il visibile approfondiremo grazie alla testimonianza di Salvatore Ortisi il potere terapeutico delle campane tibetane: qui il non visibile diventa non udibile, ma resta una musica di fondo che magari non le orecchie, ma in qualche modo l’anima riesce ancora a sentire.
Mi chiamo Irene e sono il direttore di questo magazine on line, fondato con l’Associazione Culturale “Le Ciliegie”. Nel lontano 2003 mi sono laureata in Filosofia con 110 su 110 e lode, tesi in Bioetica sull’esistenzialismo francese, e proprio come Jean Paul Sartre, mio filosofo del cuore, ho idea che “terminerò la mia vita esattamente come l’ho iniziata: tra i libri”. Sono una giornalista culturale e una docente di Filosofia e Storia: il giornalismo è la mia scusa per scrivere, l’insegnamento la mia palestra. Ma la verità, dietro tutte queste maschere di carne, è che sono una scrittrice, e scorre inchiostro nelle mie vene.
Agata Marletta
15 Aprile 2019 — 09:28
E’una ricerca intelligente che evidenzia cultura e cuore…complimenti..andate per questa strada…ne saremo grati!!!