In questo editoriale, dal sapore del prologo, vorrei raccontarvi qualche retroscena di questa avventura giornalistica, e permettervi un’anteprima che stuzzichi l’appetito, sperando che il tutto si sposi con il vostro gusto di voraci lettori. “Spazi esclusi” è più che un titolo, è una promessa. Perché ci proponiamo di raccontare realtà oltre le linee tracciate dall’informazione classica. “Spazi esclusi” descrive una vocazione al sociale che potrete approfondire grazie alle rubriche A Mente Aperta, che in questo numero affronta l’apprendimento di una Lingua Seconda, e la sua importanza per l’integrazione reale in un paese straniero, e Diritto e Rovescio che ci proporrà un singolare viaggio giuridico e sociale alla scoperta delle conquiste del “sesso debole”. L’esclusione delle donne e degli stranieri tratteggia bene quell’idea del dar voce a chi bussa: chi è escluso sta fuori, e noi lo raccontiamo. Questo magazine nasce dal progetto di quattro donne, dalla loro amicizia nella vita e caparbietà nel lavoro: racconta il lato felice del femminile, la capacità di cooperazione e la volontà di intraprendere. Sceglie, al suo nascere, una redazione in rosa, e altamente qualificata, di donne eccellenti nella professione, che diventa qui l’ambito di competenza, e brillanti nel quotidiano. Ciò che è escluso dall’informazione, dall’approfondimento e dalla cultura diventa il nostro terreno: stanarlo non è semplice perché si fa invisibile, è questo propriamente l’oggetto della nostra rubrica Oltre il visibile che in una polifonia d’inchiostri narrerà l’importanza di ciò che non vediamo, a volte pilastro della nostra esistenza: Dio, l’anima, gli atomi, gli angeli, il DNA e ogni cosa sfidi la nostra intelligenza senza passare attraverso i sensi. E sono invisibili anche gli esseri viventi, ai più sconosciuti, di cui si occupa in questo e nel prossimo numero la nostra rubrica di scienza La cozza di Schrödinger che ci indicherà, tra paradossi e metafore, un altro modo di guardare il mondo e i suoi oggetti: quello dello scienziato. Anche The British Corner ci propone, in questo numero, in perfetta linea con la nostra vocazione editoriale, un cambiamento di prospettiva: è solo così che riusciremo ad apprendere una lingua straniera, modificando il nostro modo di pensare. “Spazi esclusi” è un altro modo di pensare il mondo, è prestare attenzione non solo a ciò che urta contro i nostri sensi, è il tentativo di cogliere l’altra faccia della luna in ogni cosa, ed è per questo che al suo primo numero Spremute di libri consiglia “L’altra Luna”, per ricordarci che “un’altra luna” da raccontare esiste potenzialmente ovunque intorno a noi, nelle cose che amiamo, nelle persone con cui ci relazioniamo, e dobbiamo farlo con tenerezza, ci ricorda la nostra psicologa nella rubrica Dalla pelle al cuore, perché oggi c’è carenza di carezze, non solo fisiche, come ci spiegherà all’interno del suo articolo. E anche delle vostre carezze vorremmo nutrirci, come scoprirete leggendo la rubrica Lettori inclusi che vi indicherà la strada d’accesso al magazine: come superare, cioè, quell’illusorio cancello che ci divide. Di passi ne percorrerete tanti anche attraverso i sentieri tracciati dalla rubrica Passeggiando con… e sicuramente in buona compagnia: gustando un ottimo cioccolatino dalla nota marca attraverserete con passo sicuro le principali vie di Perugia. I sentieri proposti dal giornale saranno anche mentali: quelli impervi e misteriosi di una coscienza irrisolta vi condurranno nei meandri dei ricordi legati ad affettività problematiche ed esperienze erotiche: starà a voi giudicare, divorando, lo speriamo, quel romanzo d’appendice moderno che si riproporrà per la vostra evasione in una cornice giornalistica a distanza di un secolo.
“Spazi esclusi” è tutto questo, e molto altro. È scenario evocativo per il cuore e per la mente, è competenza ma anche libero galoppo della creatività, e un giornalista lo sa: se escludi gli spazi, puoi scrivere di più.
Mi chiamo Irene e sono il direttore di questo magazine on line, fondato con l’Associazione Culturale “Le Ciliegie”. Nel lontano 2003 mi sono laureata in Filosofia con 110 su 110 e lode, tesi in Bioetica sull’esistenzialismo francese, e proprio come Jean Paul Sartre, mio filosofo del cuore, ho idea che “terminerò la mia vita esattamente come l’ho iniziata: tra i libri”. Sono una giornalista culturale e una docente di Filosofia e Storia: il giornalismo è la mia scusa per scrivere, l’insegnamento la mia palestra. Ma la verità, dietro tutte queste maschere di carne, è che sono una scrittrice, e scorre inchiostro nelle mie vene.
Paolo Sessa
15 Febbraio 2019 — 19:47
Mi pare un’idea favolosa, nuova e originale tanto da ben distinguersi nel pnorama affollato da riviste, magazine e pagine sulla Rete. A disposizione come lettore e… se serve…