Questa rubrica è nata durante un’allegra colazione tra noi fondatrici, davanti a quattro pessime fette di torta, al bar. Se è vero che “l’uomo è ciò che mangia”, Feuerbach docet, alla fine noi quelle torte non le abbiamo volute, e allora ci è venuto da pensare all’invisibile, a ciò che pure certe volte ci nutre ma senza passare dalle labbra. Idee, convinzioni, sovrastrutture, metafisiche, vaghi sogni, religioni, ipotesi di realtà, fedi (mistiche e non), scienza non più scienza, caduta nel baratro della superstizione, scienza non ancora scienza, o che forse non lo sarà mai, ma a cui ogni tanto rivolgiamo la nostra speranza, perché l’inganno qualche volta funziona, e poi scopriamo che magari ogni tanto inganno non è. Esperienze di vita, inconfutabili e indimostrabili. Pezzi di realtà che non si incastrano a dovere nel rassicurante quadretto della Ratio, ma che spingono a mille la fantasia creativa, e danno carburante di speranza ai giorni più faticosi. L’invisibile spazia da ciò che sfugge ai sensi e la tecnologia scientifica ha trovato il modo di dimostrare, a ciò che per lo stesso motivo la scienza non dimostrerà mai, e così resta al bivio tra possibile e improbabile. Lettori positivisti e scettici non saltino sulla sedia se all’interno di questo spazio troveranno a volte studi astrologici, medianità, e antichi culti esoterici, altre i concetti base della fisica quantistica, o il percorso dell’atomo da Democrito a Dalton. Si tratterà col nostro consueto spirito di approfondimento culturale di raccontare realtà invisibili a cui prestar fede, e poco importa se si tratta di molecole o angeli, corpi eterici o buchi neri. In un unico calderone ospiteremo inchiostri diversi che con competenza o per esperienza di vita narreranno quei vissuti “che non si vedono” ma a cui loro profondamente credono, tanto da averci costruito sopra un’esistenza intera. A noi lettori sarà aperto, dalla curiosità, un bivio: informarci col cuore o con la mente? Aderire o meno a quell’ipotesi di realtà che in ogni caso reca con sé un pezzo di storia, e cultura del passato, o forse chissà, del futuro. Perché anche il tempo a pensarci è invisibile, eppure ne avvertiamo, quasi, l’indimostrabile scorrere. A volte farò incursione anche io in questo angolo, per raccontarvi l’idea che mi sono fatta di ciò che non si vede, la mia cultura in merito, il mio contatto esperienziale con “l’Oltre”. Molto più spesso lascerò che siano altre voci a raccontare, perché la visione sia prospettica, e questo spazio non sia impostato su una logica e basta, ma racconti competenze ed esperienze limite diverse, lasciando chi legge libero di classificare il pezzo come attendibile e vicino alla verità o solo gradevolmente romanzesco, che credetemi, non è poco. Romanzesco non è mai poco. Parola di scrittrice.
Mi chiamo Irene e sono il direttore di questo magazine on line, fondato con l’Associazione Culturale “Le Ciliegie”. Nel lontano 2003 mi sono laureata in Filosofia con 110 su 110 e lode, tesi in Bioetica sull’esistenzialismo francese, e proprio come Jean Paul Sartre, mio filosofo del cuore, ho idea che “terminerò la mia vita esattamente come l’ho iniziata: tra i libri”. Sono una giornalista culturale e una docente di Filosofia e Storia: il giornalismo è la mia scusa per scrivere, l’insegnamento la mia palestra. Ma la verità, dietro tutte queste maschere di carne, è che sono una scrittrice, e scorre inchiostro nelle mie vene.